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Willoughby si è poi arruolato in Marina?

master_and_commanderCome sa chi mi conosce bene sono un grande appassionato dei romanzi di Jane Austen e anche della serie di avventure marinaro-napoleoniche scritte da Patrick O’Brian.

Immaginate quindi la mia soddisfazione quando sul sito della JASNA, la società austeniana del Nord America, ho trovato un articolo che esplora le relazioni, peraltro piuttosto note, fra questi due autori: mi sono sentito praticamente costretto a tradurlo, anche se trovo che contenga qualche affermazione discutibile o forse troppo entusiastica.

L’articolo, intitolato Did Willoughby join the Navy? è del 2004 ed è liberamente scaricabile sul sito della società, come molti altri articoli tratti da Persuasions, la rivista scientifica della JASNA.

Un’unica nota di traduzione: ho utilizzato i titoli italiani sia dei romanzi della Austen che di quelli di O’Brian. Nella bibliografia finale, invece, ho lasciato i titoli originali aggiungendo l’edizione italiana, quando possibile. Per i testi inglesi (quello di Simmons e la bibliografia) ho anche aggiunto i link alle corrispondenti pagine sulle librerie on line (un’efficienza per la quale mi faccio quasi paura). Per le edizioni italiane consiglio, ovviamente, di non acquistarle in rete ma in una libreria indipendente.

Willoughby si è poi arruolato in Marina? Il trentennale omaggio di Patrick O’Brian a Jane Austen

di James R. Simmons, Jr.

James R. Simmons, Jr., Professore Associato di Inglese alla Tech University della Luisiana, ha pubblicato articoli e recensioni su Brontë Studies, Victorian Studies, English Language Notes, e The Dickensian. Il suo libro, Factory Lives: Four Nineteenth Century Working Class Autobiographies, sarà pubblicato nel 2005.

Forse nessun altro autore degli ultimi due secoli è stato paragonato a Jane Austen con tanto frequenza, e con tanto apprezzamento, come il maestro riconosciuto del romanzo marinaresco nel tardo ventesimo secolo, Patrick O’Brian. I suoi venti romanzi e il frammento di un ventunesimo che costituiscono la saga di Jack Aubrey e Stephen Maturin offrono una sorprendente somiglianza con il lavoro della Austen. Sia i romanzi della Austen che quelli di O’Brian sono principalmente ambientati durante la Reggenza e negli anni che l’hanno preceduta, ma la Austen scriveva dei propri tempi mentre O’Brian, che è morto nel 2002, scriveva di un’epoca conclusasi da lungo tempo. Tuttavia dato che molti autori hanno scritto a proposito dell’inizio del diciannovesimo secolo che cosa provoca affermazioni come quella di Time: «Se Jane Austen avesse scritto avvincenti avventure di mare avrebbe prodotto qualcosa di molto simile alla prosa di Patrick O’Brian» (Gray 91)? I romanzi della Austen hanno a che fare con la vita, l’amore e il comportamento corretto, ed è stato fatto notare che per la maggior parte la scrittrice ignora: «gli eventi storici decisivi del suo tempo» quali «le guerre napoleoniche» (Williams 113). I romanzi di O’Brian fanno esattamente il contrario, poiché si focalizzano sulle guerre napoleoniche e sul ruolo della Marina britannica in quei conflitti, attraverso il coinvolgimento del capitano Jack Aubrey e del suo amico, il chirurgo navale Stephen Maturin. Di conseguenza i romanzi di O’Brian descrivono in dettaglio la vita sul mare che la Austen scelse di ignorare e l’opera di O’Brian è considerata da alcuni lettori e critici come «l’altra faccia della medaglia dei romanzi [della Austen], in cui le differenze formali di grado sostituiscono le differenze di posizione sociale che la affascinavano e le complicate amicizie degli uomini sostiuscono i complicati negoziati del corteggiamento» (Carroll E-2).

user1748_1153975293Sebbene la Austen abbia effettivamente scritto un romanzo, Persuasione, in cui numerosi fra i personaggi principali sono componenti della Marina britannica, e un’altro, Mansfield Park, in cui un sottotesto marinaresco serve come sfondo per vari elementi isolati del romanzo, la forza delle similitudini fra i lavori della Austen e di O’Brian non poggia sul semplice uso di personaggi che fanno parte della marina.  Il lettore si accorge che O’Brian sembra scrivere nello stile della Austen, e in aggiunta vi sono un numero di materiali somiglianze fra i i lavori della Austen e la sua vita e i romanzi di O’Brian, comprese persone e nomi, sia reali che di finzione. Una ragione di questo, secondo Starling Lawrence, il curatore americano di O’Brian alla Norton, è che O’Brian «riponeva grande ammirazione in Jane Austen, che era secondo lui la più grande scrittrice di lingua inglese». Non dovrebbe sorprendere quindi il fatto che i romanzi di O’Brian siano disseminati di riferimenti su riferimenti collegati alla Austen, tanto che si potrebbe chiaramente considerare la serie Aubrey/Maturin di O’Brian non come un semplice cenno di stima, ma come un omaggio di oltre cinquemila pagine alle novella della Austen. Talvolta le somiglianze sono superficiali, come «la corrispondenza delle iniziali di JAne AUsten e JAck AUbrey» (O’Neill 6), mentre in altri casi le corrispondenze sono molto più complesse, e per poterle identificare richiedono ricerca e ampie conoscenze di storiche, letterarie e biografiche. Che le corrispondenze siano più o meno ovvie, come ha fatto notare The New Yorker, «O’Brian riconosce Jane Austen come una delle proprie fonti di ispirazione, e lei non ha motivo di provare vergogna dell’accostamento» (citato in King 344).

I due fratelli della Austen, Francis William Austen e Charles John Austen furono, naturalmente, la sua fonte di ispirazione per l’utilizzo di personaggi appartenenti alla Marina Reale. Francis, o “Frank”, Austen frequentò la Reale Accademia Navale dal 1786 al 1788, prestò servizio come sottufficiale nel 1791, fu promosso Tenente nel 1792, Capitano di Fregata nel 1798, Capitano di Vascello nel 1800, Contrammiraglio nel 1830, Vice-ammiraglio nel 1838 e Ammiraglio nel 1848. Charles frequentò l’Accademia dal 1791 al 1794, fu sottufficiale dal 1794, promosso Tenente nel 1797, Capitano di Fregata nel 1804, Capitano di Vascello nel 1810 e alla fine ottenne il grado di Contrammiraglio nel 1846 (Le Faye 488-89). Di conseguenza, nel leggere i romanzi di O’Brian alla ricerca di connessioni con la Austen, si deve guardare più a fondo di quegli evidenti nomi di personaggi che sembrano richiamare la narrativa austeniana, dato che O’Brian pesca non solo dai romanzi, ma anche dalle relazioni e dalle navi collegate ai suoi fratelli. Addirittura spesso O’Brian prende una figura storica reale o una nave che è in qualche modo associata alla Austen o alla sua famiglia e usa nel suo lavoro quella esatta persona o nave, anche indicandola col suo nome. Un caso esemplare è l’apparizione della HMS Leopard in svariati romanzi di Aubrey/Maturin, compresi Bottino di guerra, Verso Mauritius e Doppia missione, sebbene sia in L’isola della desolazione che imagesla Leopard compare con maggiore importanza. Ne L’isola della desolazione la Leopard è posta sotto il comando di Jack Aubrey in quello che è calcoalto essere più o meno il 1810 o 1811 se si prova a collocare i romanzi nel contesto storico reale (Brown 6). Nel mondo di finzione di Aubrey la Leopard è anche in qualche modo legata a una cattiva fama, essendo stata coinvolta alcuni anni avanti (prima che Aubrey la comandasse) in un incidente internazionale in cui aprì il fuoco sulla USS Chesapeake durante una perquisizione alla ricerca di disertori della Marina Reale. La macchia sulla reputazione della Lepard causerà momenti difficili per AUbrey e il suo equipaggio ne L’isola della desolazione e in altri romanzi successivi.

La HMS Leopard è stata realmente in forza alla Marina Reale, e l’incidente con la USS Chesapeake ebbe luogo nel 1807, quando la nave era sotto il comando del capitano Salusbury Humphries (che è correttamente citato come precedente comandante della nave ne L’isola della desolazione e Ai confini del mare (Brown 163). Tuttavia cioò che la rende importante pr questo articolo è il fatto che Frank Austen sia stato capitano della Leopard nel 18904 e 1805, prima del vero capitano Humphries e del finto capitano Aubrey. Svariate delle lettere di Jane a Frank, comresa quella che lo informava della morte del padre, sono indirizzate «Cap. Austen, HMS Leopard» (21 gennaio 1805, 22 gennaio 1805, 20 gennaio 1805). Che sia Jack Aubrey che Frank Austen comandino la stessa nave deve essere considerato più di una semplice coincidenza, e dato il gusto di O’Brian per la precisione storica e più che probabile che conoscesse la storia dela Leopard e, perciò, che a Jack Aubrey sia stato dato il comando della Leopard per via della sua connessione con gli Austen.

Vascelli Aubrey MaturinMa il collegamento non termina qui. Così come nei romanzi di O’Brian Jack Aubrey si trova spesso trasferito di nave in nave così pure capitò a Frank Austen, e nel giro di pochi giorni dalla spedizione delle lettere di Jane nel 1805 fu trasferito con l’incarico di comandare la HMS Canopus (Southam 112) – un’altra nave citata in diversi romanzi di O’Brian. In Rotta a oriente ci viene detto che il tenente James Fielding «aveva partecipato a poche azioni di combattimento, perdendosi Trafalgar per una settimana – la sua nave Canopus era stata allontanata per fare scorta d’acqua e caricare provviste a Gibilterra e Tetuan» (100). Questa è una citazione che intreccia la realtà della Austen con la finzione di O’Brian, perché come fa notare Brown, l’immaginario James Fielding e la vera Canopus si persero effettivamente la battaglia di Trafalgar per essere stati mandati alla ricerca di acqua e provviste una settimana prima e «il capitano in quel momento era Francis William Austen, il fratello della scrittrice Jane Austen» (71).

Ci sono molti altri riferimenti nei romanzi di O’Brian a navi su cui Frank o Charles Austen o prestarono servizio o di cui ebbero il comando, comprese l’Andromeda, l’Aurora, la Bellerophon, la Daedalus, l’Elephant, l’Endymion, la Minerva, la Namur, la Phoenix e la Tamar. E sebbene la Austen di solito creasse dal nulla le navi legate ai propri ufficiali navali, anch’essa talvolta cita nella sua narrativa delle navi realmente esistenti, fra le quali la Canopus, l’Elephant e la Endymion. Mentre stava scrivendo Mansfield Park scrisse una lettera a Frank, «che allora era la comando di una delle navi in questione, l’Elephant» e chiese il permesso di utilizzare i nome delle navi nel romanzo (Southam 21). Quando ricevette il permesso la Austen fece sì che William Price e suo padre discutessero di queste navi nel capitolo VII del terzo volume di Mansfiled Park, dando così a questi tre vascelli la caratteristica unica di non essere solo tre navi in servizio nella Marina Reale, ma di essere citati sia nelle storie di Jane Austen che in quelle del successivo O’Brian.

Poche di queste navi sono così intrinsecamente legate alla vita sia di Jack Aubrey che di Frank o Charles Austen come la Leopard, e di solito le navi legate alle vite dei fratelli Austen sono semplicemente citate di passaggio (come quando in Fuoco sotto il mare veniamo a sapere che Aubrey è stato imbarcato sulla HMS Minerva, una nave su cui la storia ci dice che prestò servizio anche Frank Austen. Queste corrispondenze storiche sono così frequenti nei romanzi di O’Brian che ci sono pochi dubbi che non sapesse benissimo ciò che faceva. Un elemento che porta la citazione di navi collegate ai fratelli Austen oltre la pura coincidenza è il fatto che nel 1804 e 1805 c’erano più di 540 fra vascelli e altre navi nella Marina Reale, e nel 1815 il solo numero di navi da battaglia era di più di 250 (Miller 14, 27, 35). Di conseguenza, date le poche dozzine di navi citate per nome nei romanzi di O’Brian, la comparsa di tante collegate con gli Austen quando ce n’erano letteralmente altre centinaia fra le quali scegliere sembr aindicare più l’allusione deliberata che la coincidenza.

I nome dei personaggi sono un altro aspetto dei romanzi di O’Brian che immediatamente getta il lettore nel mondo di Jane Austen. Chiunque conosca i lavori della Austen e che veda i nomi Willoughby, Jennings, Dashwood, Bennet, Lucas, Collins, Bates, Churchill, Martin, Smith, Dalrymple e Elliot sa esattamente a chi questi nomi appartengano, ma davvero potrebbe essere molto sorpreso di trovare questi nomi austeniani così come molti altri nei romanzi di Aubrey/Maturin di O’Brian. Non sono, naturalmente, gli stessi personaggi, dato che per esempio l’audace Willoughby che si impossessa del cuore di Marianne in Ragione e sentimento non è certamente il capitano che in Primo comando sta per essere chiamato in giudizio, così come non si penserebbe che il fratello taccagno di Elinor e Marianne John Dahwood sia lo stesso tenente 600full-master-and-commander_-the-far-side-of-the-world-photoJohn Dashwood che presta servizio sulla HMS Lively in Costa sottovento di O’Brian (sebbene si possa ammettere che gli Willoughby e Dashwood della Austen avrebbero tratto immenso beneficio dalla vita come ufficiali navali alle prime armi). Allo stesso modo il colonnello Campbell sempre fuori scena in Emma (l’oggetto delle dicerie riguardo Jane Fairfax) non è lo stesso ufficiale a cui si fa riferimento in Verso Mauritius, né si sospetterebbe che il fratello di Fanny Price, il teneente William Price di Mansfield Park sia lo stesso marinaio Price citato ne I cento giorni.

Complessivamente, ci sono nomi in comune con i personaggi della Austen in tutti i venti romanzi di O’Brian, con i casi più numerosi che compaiono in Primo comando (tre, con Willoughby, Bennet e Smith), Costa sottovento (cinque, compresi Dashwood, Jennings e Bates), Duello nel mar Ionio (sei, compresi Bennet, Lucas, Bates e Collins) e Caccia notturna (sei, compresi Collins, Bennet e Dalrymple). Sebbene O’Brian non utilizzi i nomi più ovvi del mondo austeniano che potrebbero inserirsi nel suo mondo logicamente e con facilità – personaggi come l’ammiraglio Crawford di Masfield Park, o il capitano Wentworth, l’ammiraglio Croft, il capitano Benwick o il capitano Harville di Persuasione – il lettore apprezza le giocose allusioni alle novelle della Austen mediante il suo uso dei nomi dei personaggi attraverso tutta la serie Master & Commander.

Un nome familiare della Austen che fa la sua comparsa, tuttavia, è la nave del capitano Wentworth Asp. Nel capitolo ottavo di Persuasione le sorelle Musgrove decidono di scorrere gli elenchi della Marina per trovare la prima nave del capitano Wentworth, la citata Asp. Il capitano Wentworth dice alle ragazze: «Non la troverete [negli elenchi] – del tutto usurata e danneggiata. Sono stato l’ultimo a comandarla – a malapena adatta al servizio all’epoca» (64-65). Sebbene lo sloop sia stato dismesso, Wentworth ancora lo ricorda con piacere.

In Blu oltre la prua, il ventesimo romanzodella serie di Aubrey/Maturin, O’Brian giunge più viicno di quanto sia mai stato a una citazione diretta da Persuasione. Nel capitolo quarto Jack Aubrey è inviato in Sud America per incontrare un ex ufficiale navale inglese, lord Lindsey, che sta svolgendo una funzione non ufficiale per la Marina cilena. Jack dice a Stephen che questo Lindsey «ha acquistato un piccolo sloop, dismesso dal servizio, e un altro, di nome Asp, sta venendo «riparato» (102) e «riequipaggiato» (152).

La Asp di O’Brian, che ha gravemente necessità di essere rimessa in sesto, assomiglia notevolmente all’antico comando del capitano Wentworth. Secondo Southam, se si provasse a collocare i romanzi della Austen nel tempo reale, probabilmente il capitano Wentworth ebbe il comando della Asp circa nel 1806 prima di essere trasferito al comando di un’altra nave, la Laconia (270). Poiché Blu oltre la prua ha luogo almeno un decennio dopo non c’è ragione di ritenere che la Asp di Lindsey non possa essere la vecchia nave di Wenthworth, e davvero quante navi possono esserci state nella Marina Reale fra il 1805 e il 1815 di nome Asp? Ancora una volta O’Brian sta porgendo un tributo alla Asuten, e nel suo mondo l’Asp di Wentworth è stata dismessa perché passi i suoi ultimi giorni nella debole Marina cilena. Questo, naturalmente, se fosse rimasta a galla così a lungo.

Cosa deve quindi pensare il lettore di questi e molti altri ancora più chiari parallelismi fra le opere di questi due grandi scrittori? Sembra un fatto incontestabile evidenziato nella narrativa di Patrick O’Brian che Jane Austen e le sue storie lo abbiano influenzato da un punto di vista tematico, delle immagine e “nominativamente”, cioè nel dar ei nomi ai suoi personaggi e vascelli. Questa influenza appare più e più volte nei romanzi della serie Aubrey/Maturin, fino al punto che sembra esserci una scherzosa furfanteria nel ricorrente uso da parte di O’Brian di parole legate alla narrativa e alla famiglia della Asuten. Il risultato finale è che il lettore può godersi il piacere di rileggere Jane Austen dal principio nei romanzi di Patrick O’Brian, in un omaggio da parte di un grande autore ad un’altro.

Opere citate

Austen Jane. Jane Austen’s Letters. Ed. Deirdre Le Faye. Oxford: OUP, 1995 (un’ottima traduzione italiana delle lettere è disponibile sul sito jausten.it).

_________. Persuasion. Ed. R.W. Chapman. 3rd ed. Oxford: OUP, 1986 (nel 2008 la Oxford University Press ha pubblicato una nuova edizione, con diverso curatore. In italiano Persuasione è stato pubblicato da diversi editori ed è facilmente reperibile)

Brown, Gary. Persons, Animals, Ships, and Cannon in the Aubrey Maturin Sea Novels of Patrick O’Brian. London: McFarland, 1999.

Carroll, John. “Appreciation: Patrick O’Brian—An Austen of the Deep.” The San Francisco Chronicle. 10 January 2000. E-2.

Gray, Paul. “Sailing Off to the Past.” Time. 8 November 1993: 90-91.

King, Dean. Patrick O’Brian: A Life. New York: Holt, 2001.

Lawrence, Starling. “Re: The Ancient Mariner.” E-Mail to James R. Simmons, Jr. 21 May 2004.

Miller, David. The World of Jack Aubrey: Twelve Pounders, Frigates, Cutlasses, and Insignia of His Majesty’s Royal Navy. London: Courage, 2003.

O’Brian, Patrick. Blue at the Mizzen. London: Harper Collins, 1999 (in italiano Blu oltre la prua).

_________. The Thirteen Gun Salute. New York: Norton, 1992 (in italiano Rotta a oriente).

O’Neill, Richard. Patrick O’Brian’s Navy: The Illustrated Companion to Jack Aubrey’s World. Philadelphia: Running Press, 2003.

Southam, Brian. Jane Austen and the Navy. London: Hambledon and London, 2000.

Williams, Raymond. The Country and the City. Oxford: OUP, 1973.

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