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Come fare una lectio divina autogestita

La lectio divina è una antica pratica della tradizione monastica di studio e meditazione della Bibbia, venuta in auge nelle comunità parrocchiali e nelle associazioni laicali negli anni del post-Concilio. In Italia la sua divulgazione è legata in particolar modo al lavoro del Cardinal Martini, anche se la sua diffusione è stata dovuta a un gran numero di biblisti, di comunità e di singoli fedeli. Io l’ho conosciuta nell’Azione Cattolica.

La lectio prevede una serie di fasi successive, che vanno dalla lettura e studio della Parola vera e propria alla preghiera, alla meditazione e all’azione (è spesso descritta come una scala, infatti). Nonostante queste fasi siano chiaramente descritte nei vari libri di divulgazione a opera di figure come Martini stesso, Enzo Bianchi e tanti altri, molto spesso nelle comunità un certo clericalismo – e la scusa dei tempi compressi – fa sì che ci si fermi solo alla parte di lettura e spiegazione del brano, affidandone normalmente la direzione al prete di turno e trasformando così l’esercizio di scavo del testo biblico in poco più di una specie di omelia rinforzata.

Nella vita del nostro gruppo diocesano dell’Azione Cattolica Giorgio La Pira la lectio, che abbiamo imparato già da quando eravamo giovani, è rimasta uno degli impegni costanti. La mancanza di sacerdote assistente e un po’ di insoddisfazione per l’approccio riduttivo di cui parlavo prima ci ha portato a adottare uno stile di preparazione e gestione condivisa della lectio – che per la prima volta ci ha proposto il nostro vecchio amico don Franco Puddu – e questo post ha lo scopo di descrivere il lavoro abituale, nel caso fosse utile a qualcun altro. In sé, vale anche come invito collettivo a fare lectio con noi: fra pochi giorni si celebra la Domenica della Parola di Dio istituita dal Papa e il nostro gruppo, per casuale coincidenza, aveva già deciso di celebrare la nostra lectio (teoricamente) mensile. Se qualcuno vuole unirsi a noi, è il benvenuto, basta che mandi qui un messaggio, pubblico o privato, o contatti uno di noi; se altri erano alla ricerca di un modo per vivere meglio la giornata di domenica, magari quel che c’è qui può essere utile.

Prima di iniziare

Nella nostra pratica la lectio, per poter essere gestita in maniera condivisa senza un conduttore che studia il brano e poi lo spiega agli altri, richiede un minimo di studio preventivo. Di solito noi scegliamo il Vangelo dell domenica della settimana nella quale celebriamo la lectio, ma altri sistemi di scelta sono evidentemente possibili (per esempio, il brano proposto come riferimento per una delle varie giornate o occasioni che si celebrano nel periodo in cui farete la lectio: la Giornata della Pace, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, la Giornata della Carità, della Vita, delle Comunicazioni Sociali e così via). L’unica avvertenza, magari, è quella di non scegliere un brano apposito pensando specificamente alle proprie esigenze, per non rischiare di far dire alla Parola quello che si è già deciso prima di voler sentire o, peggio ancora, per cercare di usare la Parola come martello da dare in testa a qualcuno, come quei casi nei quali in un gruppo ci sono tensioni e il prete o l’animatore scelgono un brano ad hoc che parla di carità reciproca per seppellire ogni conflitto sotto un buon metro di Vangelo compatto a presa rapida.

Per prepararsi per bene in anticipo la situazione ottimale sarebbe che ognuno avesse a casa un libro apposito, anche relativamente semplice. Per esempio, se si decide di fare un certo numero di lectio sul Vangelo dell’anno liturgico in corso ci si può procurare un commentario di quel libro del Vangelo o delle letture di quell’anno – se fate la lectio continuativamente, dopo tre anni verrà buono di nuovo. L’importante è che sia un testo di commento e spiegazione del testo e non puramente devozionale. Ci sono anche in giro commentari e sussidi esplicitamente dedicati alla lectio e che ne seguono lo schema: non sono a rigore assolutamente necessari, ma certo sono utili.

Se nel vostro gruppo non tutti hanno un testo disponibile a casa, o se non dovete fare la lectio con un gruppo abituale ma potrebbero venire persone nuove, magari ci si può procurare un unico commentario per tutto il gruppo da far girare ogni volta in modo che a turno almeno uno sia un po’ più preparato, o da tenere sul tavolo durante la lectio in modo che possa essere utile a sciogliere eventuali dubbi. Per tutti gli altri conviene fornire o pubblicare una lista di siti e commenti on line da leggere prima dell’incontro per prepararsi (e che possono essere stampati per quelli che non hanno accesso alla rete). Meglio che uno solo faccia una lista unica per tutti e poi ciascuno si scelga il commento da studiare che preferisce, per evitare che tutti finiscano per scegliere la prima voce che propone Google.

Per domenica prossima trovate qui sotto, in fondo, l’elenco di commenti che utilizzeremo noi. Essendo allenati, in mezzo pomeriggio di ricerca salta fuori quella dozzina di siti che serve alle esigenze di tutti i componenti del gruppo; voi magari calcolate un po’ più di tempo per il cireneo che fa l’elenco per tutti, e un altro mezzo pomeriggio per leggersi il brano e il commento prescelto. Per risparmiare tempo ci sono alcuni siti che merita di visitare ogni volta perché contengono la collezione di commenti per tutto l’anno liturgico, spesso già organizzati secondo lo schema della lectio, e che sono utili anche se non fate riferimento al Vangelo della domenica perché fra tutte le lectio già pronte qualcosa di utile è facile trovare (poi anche voi probabilmente vi farete velocemente un vostro elenco di riferimento abituale eventualmente sostitutivo del nostro):

  • il sito dell’Ordine dei Carmelitani (le lectio riferite al mese corrente sono indicate sotto la voce del menù Liturgia; se inserite nella casella di ricerca lo stesso periodo di tre anni prima e così via otterrete altri commenti);
  • il sito del Monastero di Bose (sotto la voce Preghiera del menù si trova una ricca introduzione alla lectio; per trovare il brano che vi interessa usate invece la ricerca interna; può essere utile consultare anche le voci che riportano scritti e meditazioni di Enzo Bianchi – il Fondatore – e Luciano Manicardi – il Priore);
  • il sito dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano (anche qui trovate le lectiones divinae sotto la voce Preghiera del menù; l’Abbazia propone anche una seire di letture patristiche, ma qui entriamo in tutto un altro campo);
  • la grande collezione di lectio bibliche sul sito dell’Abbazia di Borzone;
  • il sito Meditare la Parola offre lectio giorno per giorno;
  • Qumran è un enorme database, in costante aggiornamento, di materiale di vario tipo pronto all’uso; lectio e commenti biblici abbondano;
  • Il sito La Chiesa.it è utile per due motivi: prima di tutto propone il Lezionario giorno per giorno, quindi permette subito di sapere quale sarà il brano utilizzato in una certa data, nella versione della traduzione ufficiale della Chiesa cattolica italiana. In secondo luogo per il brano evangelico di ogni giorno offre una collezione di omelie (sic) estratte dal citato Qumran, che è possibile confrontare senza bisogno di cambiare pagina: fra tutte ne troverete sicuramente alcune utili (per principio noi scartiamo i commenti video, perché evidentemente uno non se li può stampare e portare dietro alla lectio).

L’ultima avvertenza per la preparazione è che è opportuno avere tutti la stessa edizione della Bibbia. Considerato il numero di edizioni differenti in giro e il fatto che la traduzione liturgica italiana è stata recentemente aggiornata, conviene fotocopiare il testo in quantità sufficiente per tutti (il vantaggio aggiuntivo delle stampe è che così si può sottolineare, prendere appunti e annotare il testo, per questo motivo è anche utile avere un buon numero di penne).

Svolgimento della lectio

Il monaco Guigo inizialmente descrisse la lectio in quattro passi: lectio, meditatio, oratio e contemplatio; questo è anche lo schema proposto da Bose e dal sito dei Padri Carmelitani. L’insegnamento di Martini e l’uso moderno riprendono una quinta fase aggiunta successivamente a Guigo che è l’actio, e questo è lo schema usuale in Azione Cattolica che anche noi seguiamo. Altre modalità, che sono comunque interessanti ma meno agevoli da fare in gruppo autogestito, possono divergere lievemente e prevedere fino a sette e anche otto momenti.

All’inizio è utile concordare un tempo massimo di svolgimento: un’ora e mezza è sufficiente, secondo il principio si fa quel che si può e senza avere l’ansia di fare chissà cosa.

È anche bene ricordare a tutti che si tratta di una lettura della Bibbia che è divina non solo nel senso che si legge la Parola di Dio ma anche nel senso che è dialogo con Dio e quindi la lectio dovrebbe essere immersa in una atmosfera di preghiera (quindi non è un dibattito, non è focalizzata sull’attualità o sull’operatività, non serve a prendere decisioni di gruppo, non è un momento per parlare esclusivamente di sé, non ci si interrompe per parlare d’altro o fare altro).

L’inizio

Per aiutare a entrare nella dimensione di preghiera è anche importante fare uno stacco prima di iniziare (un attimo di silenzio, prendere posto comodamente, darsi un secondo per entrare nella gusta disposizione d’animo…).

Quando tutti sono pronti è bene iniziare palesando ancora che è un momento di preghiera: un segno di croce e una invocazione allo Spirito Santo (si può usare la preghiera di colletta della domenica, o una delle preghiere offerte comunemente da uno dei sussidi utilizzati, oppure stabilire una preghiera allo Spirito usuale per il gruppo).

Lectio – lettura del brano

Cosa dice il brano?

Questa fase prevede, prima di tutto, una lettura pacata ad alta voce fatta da uno dei partecipanti. Quindi una seconda lettura personale e, infine, una nuova lettura a voce alta, sempre senza fretta.

Fatto questo si può passare a comunicarsi vicendevolmente le cose che si sono studiate. Noi talvolta abbiamo utilizzato il metodo di rileggere il brano versetto per versetto, dando a ognuno passo passo la possibilità di riferire ciò che aveva letto o studiato (ovviamente non è necessario ripetere quello che hanno già detto gli altri). Questo sistema è molto completo ma può essere un po’ pesante o meccanico, e si può preferire di lasciare ciascuno libero di riferire l’elemento che ha trovato più importante («Ho letto che…», «Il testo che ho usato faceva notare che…», «C’è un termine che torna più volte…», «Dice che il personaggio centrale è…», e così via). In entrambi i casi è sempre bene che ciascuno abbia la possibilità di intervenire più volte, ma alternandosi per non monopolizzare il dialogo e avendo cura di lasciare spazio al contributo di tutti. È bene che gli interventi siano brevi e puntuali, su un singolo aspetto del testo, evitando di passare direttamente al commento o, peggio, all’applicazione ai casi concreti e evitando anche i voli pindarici: si deve avere la disciplina di rimanere aderenti al testo, in questa fase l’obiettivo è disossarlo il testo facendone emergere tutti gli elementi compositivi: «Cosa dice questo testo, esattamente? Cosa succede? Cosa sta raccontando?». Nella lectio personale si possono anche andare a vedere i brani collegati o i passi paralleli, mentre in gruppo questo è più difficile salvo che non siano stati già richiamati nel commento usato per prepararsi; informare il gruppo di richiami e collegamenti, comunque, può essere utile per una migliore comprensione del testo.

Terminata questa fase è bene far rileggere a uno dei presenti ancora una volta il testo a voce alta.

Meditatio – riflessione sulla Parola

Cosa dice il testo a noi?

Questa fase consente di passare da quella che dopotutto potrebbe essere una lettura puramente intellettuale a un dialogo spirituale col testo. Tutti i vari commentatori suggeriscono a questo punto di chiedersi quali siano i valori, le verità di fede, la volontà di Dio per tutti e ciascuno racchiusa nel brano che si sta commentando.

Il rischio è quello che la riflessione diventi qui o troppo teorica o troppo intimistica; per evitarlo l’importante è che l’attenzione resti focalizzata sul testo, non sulle opinioni delle persone. Un modo semplice è efficace è quello di orientare i propri interventi secondo lo schema: «La frase, il punto, la parola che mi colpisce molto è… perché…». Va da sé che si può richiamare a vicenda i concetti espressi nei vari interventi e prendere spunto da quello che ciascuno ha detto, ma non si può ribattere o discutere, perché la Parola deve poter risuonare in ciascuno liberamente. In questa fase la risposta al testo è sempre personale e diventa collettiva nella condivisione e nel costruire sui tasselli già messi dagli altri.

Questa parte della meditatio è legata a quella che certi Padri e monaci chiamano ruminatio, e che nella preghiera personale può essere la ripetizione continua e prolungata di una singola frase o parola del testo. Nelle nostre abitudini recuperiamo questa dimensione dandoci lo spazio, al termine di questa fase, per delle risonanze nelle quali ciascuno a turno, senza commenti propri o di altri, ripete una parola o versetto o breve parte del testo (se tutti ripetono lo stesso non è un problema!).

Oratio – preghiera

Cosa dico a Dio?

In questa fase, dopo aver lasciato un momento di preghiera personale silenziosa, ciascuno può rivolgere al Signore una breve preghiera a voce alta, che può essere di intercessione, di ringraziamento, di lode, di adorazione o tutto ciò che il brano letto suggerisce; l’importante, naturalmente, è che sia una preghiera e non una omelia camuffata o una relazione camuffata.

Il gruppo a ogni preghiera proposta può rispondere con il classico: «Ascoltaci, Signore» o con un’altra invocazione preparata (per esempio, la risposta alle intercessioni dei Vespri del giorno, che domenica prossima sarebbe Rinnova, o Dio, i prodigi del tuo amore). Al termine, si può dire il Padre nostro tutti assieme.

Contemplatio – preghiera contemplativa

Dio parla a me personalmente

Questa è una fase di preghiera silenziosa e individuale. I vari commentari suggeriscono qui di chiudere la Bibbia, lasciare il testo e abbandonarsi direttamente alla preghiera e al dialogo con Dio nell’intimo del proprio cuore. Nella nostra pratica, in realtà, molti continuano a leggere il brano per dare maggior fondamento alla preghiera; l’importante è però che ci sia un cambio di passo: si tratta di pregare, non di ragionare e neanche più di meditare.

Non è necessario che sia una fase lunga, o che si raggiungano chissà quali stati di profondità mistica: l’importante è che si faccia uno sforzo autentico di aprirsi alla volontà di Dio per la propria vita e si preghi sopra quel che si scopre in questo modo, rivolgendosi direttamente al Signore.

Al termine si può pregare insieme ad alta voce un salmo di lode, oppure usare una preghiera suggerita da uno degli schemi di commento utilizzati o un’altra preghiera ancora che qualcuno del gruppo ha avuto cura di procurare.

Actio – proponimenti di azione

Cosa vogliamo fare?

In quest’ultima fase ci si comunicano a vicenda, ancora una volta senza discutere, i proponimenti che ciascuno ha fatto o le piste di impegno e di riflessione che si è deciso di intraprendere e si formulano proposte per le attività di gruppo. È una fase più operativa ma è ancora dentro la lectio, quindi il riferimento è sempre al brano utilizzato: serve a fare memoria delle idee forti emerse nel lavoro comune e a dirsi reciprocamente le ricadute operative che queste possono avere.

La radice di questa fase è l’idea che la preghiera vissuta nella fase precedente si deve incarnare nel concreto, altrimenti è sterile, però l’actio non va sovraccaricata di aspettative: deve essere una cosa semplice comunicata con semplicità, non l’esposizione di una intera nuova regola di vita. Questo per noi è anche lo spazio per manifestare le proposte di cose che il gruppo desideriamo che faccia, se sono emerse nella preghiera e nella riflessione: rendere più frequente la lectio, fare un pellegrinaggio assieme, intraprendere lo studio di un argomento, sostenere l’azione pastorale di qualcuno del gruppo, fare un atto di carità assieme… anche qui, si tratta di richiamare la conseguenza delle idee forti emerse, non stendere il calendario annuale di attività.

E dopo?

Noi abitualmente facciamo la lectio in modo che dopo si possa cenare assieme; il fatto di farla nelle case dei componenti del gruppo in questo senso aiuta e potrebbe essere un’idea anche per qualche gruppo parrocchiale, alternativa all’uso della saletta abituale. In ogni caso la lectio è, se tutto va bene, una esperienza semplice ma piuttosto intensa, e non è bene un ritorno troppo brusco – o emotivamente freddo – alla quotidianità: due chiacchiere insieme, un momento ulteriore di confidenza, un attimo di convivialità sono sicuramente una buona idea.

Commenti al Vangelo della III domenica del tempo ordinario – Anno A (26 gennaio 20120)

Colletta

O Dio, che hai fondato la tua Chiesa
sulla fede degli apostoli,
fa’ che le nostre comunità,
illuminate dalla tua parola
e unite nel vincolo del tuo amore,
diventino segno di salvezza e di speranza
per tutti coloro che dalle tenebre anelano alla luce.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

oppure

Preghiera allo Spirito di Bose

Dio nostro, Padre della luce, tu hai inviato nel mondo la tua Parola, sapienza uscita dalla tua bocca, che ha preso dominio su tutti i popoli della terra. Tu hai voluto che essa prendesse una dimora in Israele e che attraverso Mosè, i profeti e i salmi manifestasse la tua volontà e parlasse al tuo popolo del Messia Gesù.
Finalmente hai voluto che lo stesso tuo Figlio, Parola eterna presso di te, divenisse carne e ponesse la sua tenda tra di noi quale nato da Maria e concepito dallo Spirito santo.
Manda ora su di noi lo Spirito santo affinché ci dia un cuore capace di ascolto, ci permetta di incontrarlo in queste sante Scritture e generi il Verbo in noi. Questo tuo Spirito santo tolga il velo dai miei occhi, ci conduca a tutta la verità, ci dia intelligenza e perseveranza.
Te lo chiediamo per Cristo, il Signore nostro, benedetto nei secoli dei secoli. Amen!».

oppure

altre invocazioni allo Spirito in questa raccolta.

Vangelo (Mt 4,12-23)

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Commenti utilizzabili

Preghiera al termine della contemplatio (Is 8,24-9,3)

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian.

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