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Lo scrittore di realtà-che-potrebbe-essere (o che magari è già)

Quando ho deciso di seguire un po’ di più Twitter, che languiva in un angolo oscuro del mio telefono, la prima sensazione che ho avuto è stata che fosse pieno di spazzatura livorosa. Per ovviare al problema ho deciso di scegliere con estrema cura chi seguire, non solo dal punto di vista individuale ma come categorie: e quindi niente politici, tranne Elly Schlein (e anche lei a malapena) e l’amata Alexandra Ocasio-Cortez (senza alcun dubbio), nessun giornalista tranne Mazzetta (e anche lui a malapena), nessun economista e soprattutto nessun epidemiologo, professionista o dilettante, né dell’una né dell’altra fede.

Ci sono state un paio di eccezioni, dato che qualcuno appartenente alle categorie vietate era già nel mio feed e quindi c’è rimasto perché io ideologicamente non blocco o caccio nessuno, ma comunque il divieto è stato sostanzialmente rispettato.

Il problema è che questo lasciava solo i miei amici, che sostanzialmente seguo meglio su Facebook, e un po’ di account istituzionali, per esempio di Banca Etica, che è un po’ come seguire l‘account del Papa: magari soddisfa il tuo senso del dovere, ma raramente è una lettura amena.

Il che è il motivo per il quale alle categorie vietate è stata aggiunta quella dei profili in qualche modo ufficiali, di quelli che ti puoi immaginare che a occuparsene ci sia uno stagista.

E quindi ho deciso di usare Twitter per seguire gente che altrimenti non avrei potuto seguire altrove, e ci ho messo giallisti, autori di fantasy e fantascienza e altri scrittori che stimo e insieme a loro fumettisti e un buon numero di autori di videogame. Sono soprattutto gente di provenienza anglosassone, un po’ perché da noi Twitter è obiettivamente meno usato e un po’ perché uno dei pochi sviluppatori italiani che seguivo mi ha bloccato dopo una recensione meno che entusiastica del suo gioco e la mia voglia di seguire l’ambiente si è piuttosto abbassata.

Con queste limitazioni il mio feed è diventato di colpo interessantissimo ed è stato, con l’aggregatore quotidiano di notizie, una delle cose che mi ha tenuto sano durante l’ultimo anno. In realtà, però, gli argomenti che credevo di avere eliminato sono tutti rientrati dalla finestra, perché una delle cose che ho scoperto con sorpresa è che gli scrittori americani (e in misura appena minore anche gli sviluppatori) su Twitter parlano abbastanza poco del loro lavoro, e invece parlano moltissimo dei loro interessi (i più svariati, dalla cucina alla perfetta conduzione della fattoria alla storia antica) e soprattutto non solo parlano di politica, ma la fanno. Tutti o quasi tutti, non solo il trozkista Steven Brust che ho intervistato a suo tempo. Per dire: Don Winslow è stato uno dei principali propagandisti privati della campagna elettorale presidenziale, con un ruolo nella sconfitta di Trump non facilmente quantificabile a colpi di video con milioni di visualizzazioni. E, trattandosi di personalità molto note, hanno reti di conoscenze e contatti amplissimi, e quindi non solo twittano quello che fanno e quello che pensano, ma ritwittano anche una gran quantità di informazioni di altre persone: solo con i retweet di Neil Gaiman uno ci può fare notte.

E così dal mio Twitter ho seguito la pandemia in mezzo mondo, le proteste per i diritti razziali negli Stati Uniti, scabrose questioni tipo MeToo nel mondo degli scrittori di fantasy, faide sanguinose sulla appropriatezza della struttura aristotelica in tre atti nei videogame, commoventi campagne di solidarietà in posti remoti, accurate dissertazioni di musica sudamericana e un sacco di altri argomenti. E, devo dire, spesso ho riso, perché su Twitter quando si è in buona compagnia si può ridere molto.

Mi accorgo, però, che mi sto dilungando in quella che credevo sarebbe stata una introduzione di appena due righe e questo articolo aveva in realtà ben altre intenzioni, cioè quella di segnalare la mia ultima scoperta, cioè lo scrittore di fantascienza Cory Doctorow.

Di lui come autore non ho letto niente: al momento sono impegnato con N.K. Jemisin e la nuova ondata di scrittrici femministe – con risultati ambivalenti: ogni tanto penso che alla sensualità decadente aveva già pensato Tanith Lee cinquant’anni fa, probabilmente godendosi anche di più la vita nel frattempo…

… ma divago di nuovo.

Doctorow è un autore solido più che stimato nell’ambiente, ma il motivo per il quale trovo il suo profilo Twitter è interessante ha a che fare, ancora una volta, con la politica. In un certo senso il suo stile è l’altra faccia della medaglia rispetto a Bruce Sterling, del quale ho parlato altre volte qui sul blog: se Sterling si propone come futurologo e cerca di scrutare negli anfratti del presente guizzi di immagini del futuro, Doctorow scruta il presente per cercare tracce del futuro (apparentemente spesso distopico) che immagina nei suoi libri – e quello che trova lo descrive con una buona dose di ruvidissima indignazione – e profondendo link a ulteriori fonti di informazione. Ho visto da qualche parte che un giornale lo definiva non scrittore di fantascienza e neanche il più fighetto autore di speculative fiction ma uno che scrive di realtà che potrebbe essere: da quello che capisco dei suoi libri la definizione è precisa, a condizione che si accetti che una parte di questa realtà non potrebbe essere, ma è già.

Io l’ho notato la prima volta perché mi è passato sotto gli occhi il suo rilancio di una serie di notizie su vaccini e brevetti, così ben fatto che con Nicoletta Dentico abbiamo commentato che uno scrittore di fantascienza sembrava capirci più di molti commentatori. Ma sul suo sito, dove quotidianamente raccoglie i suoi tweet della giornata, da allora si sono succeduti post altrettanto ben fatti su argomenti altrettanto caldi: dalle tattiche di Apple per ridurre la concorrenza al casinò finanziario alle strane pratiche finanziarie delle massime istituzioni educative degli Stati Uniti, fino a un attacco a testa bassa contro i limiti della politica antitrust degli Stati Uniti che di passaggio sbrana i modelli matematici di analisi della realtà nei quali si imbatte.

Fra i vari post quotidiani c’è un sacco di roba da leggere e mi sto pian piano orientando, ma mi sembra già appurato che si tratta di una voce interessante che, se state su Twitter o avete bisogno di farci un elenco di siti da controllare periodicamente, io farei in modo di seguire.

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