Col senno di poi

Avevo da parecchio tempo da tradurre un articolo di Michael Moore (quello di Columbine) che in tempi non sospetti sosteneva che Trump avvrebbe vinto: non mi sono mai deciso perché non avevo tempo e poi perché mi pareva di dedicare alle elezioni americane un’attenzione spropositata – nei temini di questo blog, ovviamente.

Segnalo adesso l’articolo, con i buoi scappati dalla stalla: lo trovate qui.

Per chi non legge l’inglese, Moore è abbastanza preciso, sia nel segnalare l’incapacità della classe colta a cogliere i segnali

Sfortunatamente, vivete in una bolla fornita anche di una camera dell’eco incorporata nella quale voi e i vostri amici siete convinti che gli americani non eleggeranno un idiota per presidente

sia nell’indicare le determinanti specifiche delle dinamiche elettorali, che sarebbero state, secondo lui:

1. il passaggio ai repubblicani degli Stati industriali (ex industriali) del Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin
2. il coagularsi di una coalizione di elettori maschi bianchi spaventati dalla crisi dei “valori tradizionali”
3. la debolezza intrinseca dell’antipatica candidata Hillary
4. l’incapacità dei democratici di trasferire a Hillary il voto degli elettori di Sanders, in particolare i giovani – se non il voto, quanto meno l’entusiamo, tale da compensare la debolezza di Hillary
5. l’empito anarcoide che porta a votare il candidato improbabile e fuori dal sistema

e insomma ci aveva abbastanza azzeccato, direi.

Per chi ama i video, lo stesso Moore sullo stesso argomento (sul canale YouTube leggetevi i commenti al video, molto interessanti):