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Consigli non richiesti dopo le elezioni europee

Feudalesimo e libertà 6Ci sarebbero molte cose da dire su queste elezioni europee, ma mi ha colpito un aspetto probabilmente minore.

Tempo fa girava in Italia questa barzelletta:

Si racconta che quando Dio creò il mondo affinché gli uomini vi prosperassero decise di concedere loro due virtù. E così fece. Gli svizzeri li fece ordinati e rispettosi delle leggi. Gli inglesi perseveranti e studiosi. I giapponesi lavoratori e pazienti. I francesi colti e raffinati. Gli spagnoli allegri e accoglienti. Quando arrivò agli italiani si rivolse all’angelo che prendeva nota e gli disse: «Gli italiani saranno intelligenti, buone persone e di Forza Italia!». Quando terminò con la creazione l’angelo gli disse: «Signore hai dato a tutti i popoli due virtù ma agli italiani tre, questo farà si che prevarranno su tutti gli altri». «Porca miseria! È vero! Ma le virtù divine non si possono più togliere, che gli italiani abbiano tre virtù! Però ogni persona non potrà averne più di due insieme». Fu così che: L’italiano che è di Forza Italia e buona persona, non può essere intelligente, colui che è intelligente e di Forza Italia, non può essere una buona persona. E quello che è intelligente e buona persona non può essere di Forza Italia.

Ovviamente la raccontavano quelli di sinistra, soprattutto dopo le (incomprensibili?) vittorie di Berlusconi.

Feudalesimo e libertà 4Vedo oggi, dopo la vittoria di Renzi, che parecchie persone dell’area grillina (e non solo) utilizzano lo stesso tipo di argomentazioni per spiegare l’accaduto: gli italiani sono fessi, si sono fatti abbindolare, si sono venduti per 80 euro e un piatto di lenticchie, sono mafiosi nell’anima, scelgono sempre l’imbonitore di turno, non vogliono il cambiamento, gli va sempre bene votare l’ennesimo pregiudicato, sono prede dei clientelismi dei partiti organizzati, e così via.

Non si può essere allo stesso tempo, apparentemente, intelligenti, buone persone e votare il nemico di turno.

La cosa, a parte il parallelismo, mi suggerisce due riflessioni.

La prima è un consiglio agli amici del PD. Calma e gesso. Prima di esultare per la vittoria storica il fatto che si usi a vostro carico la stessa argomentazione che veniva attribuita all’odiata Forza Italia dovrebbe suggerire un attimo di esitazione. Dopotutto è un sentimento che apparentemente accomuna un elettore su cinque, forse su quattro: quindi non sono pochi a pensare che voi siate i disonesti e la rovina d’Italia. Se questo vi provoca un istante di vertigine, vi capisco: del resto, non credo Feudalesimo e libertà 5che l’accusa sia (tutta) vera. Ma, non so come, mi pare che il liquidare questo sentimento con una scrollata di spalle, in nome di una diversità berlingueriana – di onestà, di politica per servizio – che non esiste più da vent’anni, o di una identità di sinistra che in molti obiettivamente faticano a riconoscervi, sia il perdere un’occasione di autoanalisi. Lo so che sentirsi mettere nel mucchio con tutti gli altri partiti brucia e sembra una cretinata galattica. In parte lo è. In parte forse no, e comunque meglio bruciare che perdersi.

Sull’altra sponda credo che il M5S dovrebbe imparare dalla storia dell’odiato PD. Demonizzare Berlusconi ha mai fatto vincere il PD? Mai. Rivendicare una superiorità morale e culturale del proprio elettorato nei confronti del popolo bue che votava Forza Italia ha mai fatto vincere il PD? Mai e poi mai. Considerarsi gli unici che ci vedono in un paese di ciechi (e stupidi) ha mai fatto vincere il PD? Ancora una volta: mai. Insistere su questa linea ha allontanato la sinistra dal sentimento reale del paese e, nel lungo periodo, ha indebolito la sua base elettorale e le sue radici culturali e ha consegnato le sue piazzeforti al nemico. Occhio che non capiti anche a voi.

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