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Le migliori campagne pubblicitarie del 2015

Trovo su Business Insider un interessante articolo che elenca le otto migliori campagne pubblicitarie del 2015 (sono principalmente di ambito anglosassone).

Non sono affatto sicuro che siano le migliori: l’articolo cita come fonte una ricerca di The Gunn Report che  ha in qualche modo stilato una classifica generale basandosi sui premi vinti da ciascuna campagna nei vari concorsi internazionali; in ogni caso si tratta di un ventaglio di soluzioni creative interessante.

Non traduco tutto l’artico: importo i link da Youtube e aggiungo qualche spiegazione per capire meglio ogni campagna.

ZDK Exit Deutschland — Nazi contro nazi

Nella cittadina tedesca di Wunsiediel – come in altre località della Germania – si svolge ogni anno una marcia di neonazisti (immagino che Wunsiediel sia tipo la città natale del dentista di Hitler). La città ha dato incarico di trovare il modo di dissuaderli a una agenzia di pubblicità, che ha escogitato di trattare i manifestanti come gente che marcia per beneficenza: più marciano, più fondi vengono donati a delle onlus (in termini tedeschi). Il problema è che queste onlus si occupano di combattere il neonazismo, quindi i manifestanti sono in un delizioso zugzwang: se non marciano hanno perso, se marciano lavorano per chi li combatte. Noterete nel video delle scritte per terra tipo: bravo! hai fatto 500 metri: sono 5000 euro raccolti contro i nazisti e cose del genere.

Vodafone Red Light App — Detto fra noi

Questa è la campagna pubblicitaria per una app creata dalla Vodafone della Turchia esclusivamente per le donne: permette in caso di abusi domestici di chiamare aiuto semplicemente agitando il cellulare. L’annuncio della app – che apparentemente era solo un lucetta notturna e che doveva rimanere sconosciuta agli uomini – è stata infilata in mezzo al minutaggio di lunghi video dedicati a argomenti tipicamente femminili o cucita nelle etichette degli abiti (poi ovviamente è scattato il passaparola). Quando l’esistenza di questa app è diventata nota al grande pubblico, il camuffamento della app è cambiato (il che è mooolto cyberpunk).

Oreo — L’eclisse Oreo

Oreo è un biscotto che assomiglia al nostro Ringo. Essendo tondo, la casa produttrice ha pensato di sfruttare una notevole eclisse di sole, giocando sul fatto che tanto il tempo inglese non avrebbe permesso di vederla e che quindi era meglio affidarsi… al biscotto. I grandi tabelloni luminosi che vedete erano perfettamente allineati con la vera eclisse, località per località. Nel mese di questa iniziativa le vendite sono aumentate del 35% (non male!).

OPSM — Penny il pirata

Una bella iniziativa di salute pubblica: un libro interattivo australiano, disegnato da un illustratore noto come Kevin Waldron, che ha al suo interno dei test oculistici nascosti che permettono di diagnosticare una serie di difetti della vista dei bambini.

No Somos Delito — Ologrammi per la libertà

Una campagna spagnola contro una legge bavaglio. Poiché non si può manifestare davanti al Parlamento, i manifestanti hanno fatto ricorso a ologrammi.

Newcastle Brown Ale — Band of Brands, la banda dei marchi

La birra Newcastle ha introdotto un criterio interessante di crowdsourcing pubblicitario: per raccogliere la cifra stellare necessaria a mandare in onda uno spot pubblicitario durante il Superbowl, ha chiesto a qualunque altro marchio disponibile di crearlo assieme in cooperativa, garantendo a tutti uno spazietto: alla fine se ne sono trovati più di quattrocento.

Johnnie Walker — Tieni accesa la fiamma

Questo è uno di quelli che trovo più sorprendenti, perché l’accoppiata Libano e whisky non è proprio quella a uno verrebbe in mente per prima (vi ricordo che in inglese walker vuol dire “colui che cammina” e il claim della campagna è Keep walking Lebanon, cioè «continua il cammino, Libano».

Però il video è piuttosto potente: siccome non si capisce bene cosa esattamente abbia fatto la Johnnie Walker, metto sotto un altro video che permette di capire meglio quale fosse la performance artistica utilizzata.

Always — #ComeUnaRagazza

In realtà forse il titolo della campagna in italiano renderebbe meglio come “da femminuccia”, ma non è esatto in ogni caso. La campagna investiga il modo con cui l’invito a fare le cose “da ragazza” corrisponde a espressioni di autostima nelle bambine mentre rivela insicurezza nelle ragazze che hanno già attraversato la pubertà. Poi che le campagne di consapevolezza sociale le facciano le aziende (in questo caso Always produce assorbenti, ma vale anche per Johnnie Walker) suscita un po’ di perplessità, ma pazienza.

 

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