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Bainzu Piliu, Pertini e Mattarella. E la Sardegna come l’Alabama (di Piero Marcialis)

Questo articolo viene pubblicato anche dai siti di Fondazione Sardinia, Tramasdeamistade,  SardegnaSoprattutto, Sportello FormaparisTottusinpari e sui blog di Enrico Lobina, Vito Biolchini e Francesca Madrigali.

Bainzu Piliu, Pertini e Mattarella. E la Sardegna come l’Alabama

di Piero Marcialis

21/3/07 - BAINZU PILIU - FOTO ITALO ORRUIn questi primi giorni di febbraio sono impegnato a scrivere la riduzione teatrale del libro di Bainzu Piliu Cella n. 21.

In esso Bainzu tratta della sua biografia con particolare riferimento al suo impegno sardista e indipendentista, ciò che gli costò un periodo di carcere a Cagliari e a Sassari, appunto (singolare coincidenza) sempre nella cella numero 21.

In questi stessi giorni di grande plauso per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, ho sotto gli occhi il passo in cui Bainzu narra dell’incontro a Sassari dei sindaci della provincia con Sandro Pertini, al quale egli partecipò in quanto sindaco di Bulzi. Andò all’incontro indossando il costume del paese, senza la fascia tricolore.

Davanti a Pertini, per la rapida stretta di mano concessa dal cerimoniale, si fermò, salutò il “compagno presidente” e consegnò nelle sue mani una lettera che parlava di emigrati, di servitù militari, di centomila disoccupati, di trasporti carenti, di industrie da rapina. Correva l’anno 1982.

Oggi i problemi di allora non sono stati risolti, anzi si sono aggravati. Non so se il nuovo presidente sarà all’altezza di Sandro Pertini, quello che invitava a “svuotare gli arsenali e riempire i granai”, so però che nel “teatrino delle cortesie”, dove ci si dimette per finta, dove anche gli evasori fanno parte della festa, nessun Bainzu ha presentato il conto di cui la Sardegna rivendica il pagamento.

Due sono andati ad aggiungersi ai rappresentanti del PD, uno ai rappresentanti di Forza Italia, nessuno a rappresentare la Sardegna (pure c’era un messaggio “rispetto per i sardi”).

I parlamentari sardi in larga maggioranza sembrano soddisfatti. Il discorso presidenziale ha detto di Costituzione, di democrazia e di uguaglianza, di libertà e solidarietà. Belle parole.

Nessuno ha voluto essere meno che garbato e turbare i riti dell’italica corte. Nessuno ha consegnato lettere in cui si dicesse che la riforma in atto della Costituzione abolisce l’autonomia regionale, che le leggi elettorali sono come minimo di dubbia costituzionalità, che non è uguale il peso delle servitù militari, né il peso dell’uso/abuso delle terre, dell’industria inquinante, che non c’è stata solidarietà con Olbia e con la Sardegna, che l’Italia si rifiuta di pagare il debito di miliardi che ha coi sardi (ma qui qualcuno si accontenta di strette di mano e di patti fra “gentiluomini”).

In conclusione, e per giustificare il titolo, torna alla mente una bella poesia afroamericana:

DOMANDA

Zio Sam
io sono scuro
dell’Alabama
Tu mi hai chiesto di portare questo fucile
Per te e per la libertà:
ma Zio Sam
e io?
Io sono scuro
dell’Alabama
E se esco vivo da questa guerra
Per la libertà
Posso portarmene un poco a casa nell’Alabama?

Risposta: Quando sarai pronto, ragazzo.

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