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L’amore nella “casa dell’attimo”

Ho messo poco fa in linea la nona puntata di quest’anno di Oggi parliamo di libri, dedicata a Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi.

Ho scelto questa storia, dapprima, perché volevo inserire nel ciclo di puntate sulle grandi storie d’amore una che fosse stata raccontata a fumetti: e dopo essermi scervellato mi era sembrata una scelta ottima, non solo, ma perfino ovvia, tanto da chiedermi come non ci avessi pensato prima. E poi mi era piaciuta, man mano che preparavo la puntata, l’idea di introdurre in Oggi parliamo di libri i fumetti giapponesi, dei quali in tre anni non avevo mai parlato.

Rispetto a questo lavoro di preparazione la puntata è andata via abbastanza liscia, anche se riascoltandola oggi mentre cercavo un dato su Wiki l’ho trovata eccessivamente influenzata da quei dati, molto più di quanto avessi percepito mentre parlavo; forse, fra l’altro, avere adottato quel taglio mi ha portato a trascurare temi che pure ricordo bene dalla lettura, come il ruolo delle famiglie di origine di Kyoko e Godai. In questo modo riascoltandomi trovo la puntata buona, coerente, utile a dare uno spunto di lettura, ma poco personale e abbastanza superficiale. Ahiahi, non sono mai soddisfatto.

Quello che invece non sono riuscito a fare è stato allargare sufficientemente il discorso al resto del mondo del manga ed è per questo che ho deciso, immediatamente, di dedicare a un fumetto giapponese – Touch di Adachi – anche la puntata successiva. Sarò riuscito in quella occasione a dire tutto quel che volevo dire? Lo saprete, come suol dirsi, alla prossima puntata (ma i solutori più esperti avranno già capito la soluzione).

Ah, dimenticavo: perché nel titolo parlo di Casa dell’attimo? Ma perché questa dovrebbe essere, vedo, la traduzione di ikkoku e chi conosce la Takahashi sa che ogni particolare ha un senso: non solo perché il quartiere in cui si trova la casa sembra immune al fluire del tempo, non solo perché Kyoko e Godai (e tutti gli altri) sono sospesi in un “attimo” (che pure dura diverse stagioni) in cui tutto può succedere e ogni possibilità è aperta, ma soprattutto perché Kyoko dopo la morte del marito si è come bloccata, fermata in un attimo di eterno rimpianto: ricominciare a vivere, far riprendere a scorrere il tempo vuol dire aprirsi all’amore.

Ehi, ma l’ho detto molto meglio che in trasmissione!

Per il brano musicale di pausa ringrazio, come avete sentito, Andrea Pala.

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