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Sabato la finanza etica era a Olbia

Finanza etica OlbiaIl 19 ottobre sono intervenuto con Carlo Usai al convegno La finanza etica ti toglie un peso. C’era anche Gaetano Lauta, responsabile dei soci di Banca Etica di Cagliari, e sia gli organizzatori che il pubblico erano largamente presenti persone legate al Movimento Cinque Stelle.

È stato un dibattito molto lungo (alle 13.30 ancora la gente non voleva andarsene) e interessante, in cui ci sono state chieste cose molto varie sulla Banca Etica e in cui si sono toccati anche temi piuttosto importanti aldilà della stessa finanza etica: sulle idee che si possono avere sulla Sardegna, per esempio, sul rapporto fra cittadino e Stato, sull’idea di sviluppo e di economia che abbiamo in mente.

Andando via con Gaetano abbiamo fatto alcune riflessioni: una era il dispiacere per il fatto che non ci fossero altri soci; la partecipazione all’incontro, infatti, sarebbe stata molto formativa, proprio per lo spettro amplissimo di domande a cui abbiamo risposto, e il nostro obiettivo è quello di ampliare il ventaglio di quelli di noi che sono in grado di “tenere” incontri pubblici – non è il caso che a rappresentare Banca Etica vadano sempre i dinosauri come me!

La seconda riflessione, più importante, riguarda il fatto che almeno in Sardegna questo era il primo incontro in cui soci della Banca si incontravano per una riflessione insieme ad aderenti del Movimento Cinque Stelle. Non è che la cosa fosse proprio così scontata, nel senso che Banca Etica non ha una propria collocazione politica (nel senso di partiti) ma è trasversale: viviamo quindi con difficoltà tutte le situazioni in cui si possa percepire che siamo “schiacciati” sulle posizioni di un singolo movimento o partito. Per dire, appena uscita la locandina (la prima versione era un po’ più sbilanciata di quella che vedete sopra, e aveva il logo di Banca Etica, cosa che non gradiamo mai senza autorizzazione) qualcuno ha alzato il telefono e mi ha detto: «Beh, siete diventati la banca dei Cinque Stelle?». Poi mi raccontano che altrove magari c’è un’iniziativa col PD e qualche socio che è anche attivista del Movimento si arrabbia. Insomma, è un tema su cui occorre riflettere e avere tante attenzioni, ma la mia idea è sempre stata che dove mi invitano vado, e a Olbia devo dire che sono stato contento, accolto oltretutto con grande cortesia e con una disponibilità assoluta al dialogo reciproco.

Non è però questa la riflessione che mi è venuta in mente: questo è casomai il contesto. Quello che ho pensato è che non sono abituato a partecipare a un incontro che viene introdotto con l’idea che ci sono tre nemici, Agenzia delle Entrate, Equitalia e le banche. È anche lontano dalla mia mentalità e infatti nei saluti iniziali ho doverosamente rimarcato il tema del dialogo anche in presenza di distanze politiche e culturali. Però se fossi andato a un incontro di una qualche parte dell’area antagonista, come mi è capitato senza che magari sembrasse strano in Banca, avrei potuto sentir dire che ci sono tre nemici: il sistema militare-industriale, la speculazione finanziaria e un terzo a scelta, che so, e non mi sarebbe sembrato strano. Probabilmente sarei stato anche d’accordo, iuxta modum.

Credo cioè che il Movimento Cinque Stelle stia sdoganando – meglio: introducendo nel lessico politico usuale – dei linguaggi che sinora non c’erano e che sono destinati a strutturarsi e a divenire comuni. Ma i linguaggi in questo senso non sono contenuti, sono parametri di riferimento per spiegarsi, e non occorre averne paura ma piuttosto imparare cosa vogliono dire. Sono diversi da altri utilizzati sinora nel mondo dell’economia di giustizia, ma in sé sono puri cartelli segnalatori. Anche per noi in Banca sono linguaggi nuovi e credo che dobbiamo fare uno sforzo di comprensione più forte.

Naturalmente oltre i linguaggi ci sono i contenuti. Su questi immagino che ci possano essere o rimanere delle distanze. Credo per esempio che sul tema dell’immigrazione la visione di Banca Etica non corrisponda a tutto il dibattito che mi è parso di capire che ci sia dentro il Movimento. Immagino ci possano essere altre cose: di obiettivi e di metodo. È per questo che è importante il lavoro che stiamo facendo coi soci di Banca Etica di tutta Italia per la riscrittura del Manifesto Politico di Banca Etica, forse non più adeguato dopo dieci anni nel linguaggio e nell’impostazione. Non è solo la presenza in politica di nuovi linguaggi che ci obbliga ad aggiornarlo, ma certo è importante, per chiarire la nostra posizione e permettere a chi vuole lavorare con noi di capire chi siamo e cosa facciamo, confrontarci con impostazioni culturali diverse da quelle dei fondatori storici di Banca Etica..

A Olbia mi hanno anche intervistato. La chiacchierata con la giornalista è stata abbastanza lunga, poi è stata scorciata immagino per questioni di spazio. Comunque sono qui:

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