Pescare o essere pescati
Ho giocato nei giorni scorsi un piccolo e molto interessante nuovo videogioco di produzione italiana, intitolato Loan Shark.
In inglese il loan shark è lo strozzino (alla lettera sarebbe lo “squalo dei prestiti” e il gioco ci mette nei panni di un pescatore che si è indebitato per comprarsi la barca e mettersi in proprio, e che è perciò costretto a pescare tutta la notte, tutte le notti, per tentare di ripagare l’ingente debito.
Quello che si presenta come un gioco di pesca, in realtà, prende presto una piega che è prima fantastica, poi sempre più inquietante, poi direttamente horror: un orrore sfaccettato che si relaziona con tutti i diversi livelli possibili di interpretazione: la pesca, con quegli ami e quei lacci e quel trarre delle povere creature fuori del loro elemento naturale, non può che suscitare sempre e comunque un senso di disagio ed è, evidentemente, figura di quell’amo al quale sono perennemente sospesi coloro che si sono indebitati con gli strozzini, e mi fermo qui per non fare troppe anticipazioni: diciamo che ci sono molti altri livelli di significato possibili e che il gioco accuratamente li mette in connessione fra loro, con un tono che inizia in maniera sogghignante e poi non fa più molto ridere e poi per niente.

Uno dei motivi per i quali ho giocato con piacere Loan Shark è che fra gli autori del gioco ci sono persone appartenenti alla community degli autori di giochi locali e che hanno anche fatto la Jam; io gli sono affezionato e sono quindi contentissimo che siano passati dal desiderio di fare giochi alla realizzazione e di questa qualità. Metto allo scoperto questo mio piccolo conflitto di interesse per dire che il mio giudizio positivo sul gioco è del tutto indipendente dalla mia conoscenza degli autori: ho apprezzato Loan Shark soprattutto per la scrittura e la capacità di giocare con molta precisione con la tensione narrativa, un livello di precisione e di scrittura che va senz’altro oltre il livello che ci si aspetterebbe da quello che è, essenzialmente, un gioco di esordio con una portata intenzionalmente limitata.
Loan Shark è molto compatto e si gioca in meno di un’ora. Lo svolgimento della trama è forzatamente lineare – non mi è sembrato che ci sia la possibilità di finali differenti. In generale non sono dell’opinione che i giochi narrativi debbano avere per forza più finali alternativi, ma la mia preferenza va certamente verso giochi che siano più e più volte rigiocabili – è una opinione politica, prima ancora che estetica. Loan Shark non ha questa caratteristica; è vero però che è molto equilibrato: gli autori volevano raccontare un loro apologo, o forse dire una parola morale sull’usura, l’hanno detta, hanno fatto il loro racconto e quindi va benissimo così: complicare le cose coi finali alternativi o con snodi diversi della trama voleva dire probabilmente rischiare di perdere l’equilibrio che hanno invece perfettamente trovato. Poi, il gioco va preso molto di più per la parola che dice che per il gameplay, che è puramente al servizio del discorso, e in questo casso va bene così.

Da un punto di vista produttivo ho apprezzato anche molto, da quanto leggo in giro, la costruzione di un percorso di crescita del proprio studio di produzione basata sulla capacità di produrre giochi via via più complessi, per mettersi alla prova, costruirsi una base di pubblico e irrobustire la struttura produttiva. Loan Shark è stato portato a termine in soli tre mesi con grande puntualità, liberandosi così rapidamente per progetti via via più ambiziosi; mi sembra anche di capire, leggendo i titolo di coda, che si sia avuta l’accortezza di calibrare il lavoro in modo che ciò che era davvero essenziale per il progetto venisse creato da zero e il resto procurato in altro modo: mi sembra un indizio di maturità creativa ed è senz’altro un insegnamento importante per il movimento locale, dove forse talvolta abbondano ottime idee che però si tarda a portare alla pubblicazione (ehm, parlo anche per thisisnotafunnygame).
Il gioco ha avito un ottimo successo e ha già venduto oltre ventimila copie, un risultato di tutto rispetto del quale sono davvero felice. Naturalmente vi invito a acquistarlo anche voi (€ 3,99 su Steam). Qui sotto il trailer.

