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Musica e lutto

Forse per caso, forse perché davvero l’algoritmo capisce tutto, l’altro giorno il fidato aggregatore di notizie mi ha suggerito un articolo sul New Statesman intitolato Come mi sono sentito quando è morto mio papà? La musica mi ha aiutato a capirlo.

L’autore è uno scrittore e giornalista musicale di origine greco-cipriota di nome Pete Paphides, di cui devo confessare che non sapevo niente. Paphides fa un viaggio dentro i giorni successivi alla morte improvvisa del padre usando una serie di brani musicali, che siano ascolti casuali come il brano sentito in auto durante la corsa al Pronto Soccorso che canzoni ricorrenti nella sua vita, che ricompaiono quando per evadere dal dolore familiare se ne va a correre accompagnato da una playlist. In mezzo c’è la musica che piaceva a suo padre, i gusti familiari e un po’ di altre cose che si ricordano quando si fanno i bilanci di una vita, come accade in quei momenti.

L’ho letto con molto interesse – non credo che Paphides potesse avere un lettore più in sintonia di me – e l’ho trovato, devo dire, mooolto letterario e mooolto costruito. Essendo in sintonia, ho pensato che ognuno elabora il dolore come può e non gliene ho fatto una colpa; poi ho scritto a mia volta un pezzo in qualche modo simile, che è venuto fuori molto costruito pure quello, e la mia benevolenza è molto aumentata.

E poi ho scoperto che Paphides ha avuto successo con un romanzo, Broken Greek, “il greco spezzato”, che racconta in maniera dolceamara come la musica abbia aiutato un ragazzino immigrato a trovare la sua dimensione, e che parte del suo lavoro di esperto musicale adesso è costruire playlist collaborative con gli ascoltatori, e ho pensato che forse un articolo come quello è ciò che il suo pubblico gli chiede e il modo per lui di entrare in relazione con loro: ognuno elabora il lutto come può, appunto.

Ad ogni modo, l’articolo è interessante – anche per la differenza di usi fra qui e lì e gli accenni alla realtà dei greci in Inghilterra – e la playlist propone accostamenti non banali, quindi mi è sembrato il caso di segnalarlo. Da parte mia ho messo Broken Greek in lista di lettura: magari è il nuovo Nick Hornby.

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Un pensiero su “Musica e lutto

  • Carissimo Roberto nulla capita per caso, se la musica aiuta la comprensione, la fede…allevia il dolore, un’abbraccio.

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