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Musica nella notte

Martedì scorso con Maria Bonaria siamo andati all’Orto Botanico per ascoltare un concerto d’arpa del musicista Raoul Moretti (qui sotto vedete l’immagine dell’evento su Facebook, che si ripete per un altro paio di martedì).

Devo dire che la piazzetta della fontana dell’Orto Botanico al tramonto è uno scenario fantastico per un concerto, tanto più se dal taglio meditativo come quello, e quando all’inizio ha presentato brevemente il concerto Moretti ha sottolineato che man mano che durante la manifestazione le giornate si accorciano questa dimensione notturna diventa più importante e che probabilmente durante il concerto avremmo ascoltato la musica confrontarsi con qualche rumore di sottofondo dell’Orto di notte: qualche fruscio di movimenti di uccelli, o magari dei ranocchi.

E così quella trentina di spettatori ben distanziati che eravamo ci siamo lasciati avvolgere dalla penombra e poi dal buio e ci siamo rilassati in un ambiente molto intimo.

Solo che a un certo punto invece dei ranocchi è partito l’impianto di irrigazione. Il fruscio dell’acqua proiettata contro i tronchi e le foglie faceva un tactactac insistito. Moretti usa un po’ di elettronica per accompagnare l’esecuzione con una serie di loop che registra man mano e probabilmente diversi di noi hanno pensato dapprima che fosse un effetto aggiuntivo, finché l’artista durante una pausa ha fatto una battuta e si è capito che no, era un imprevisto. Ma, insomma, non disturbava troppo e l’artista ha proseguito il concerto. Con un po’ di buona volontà io ho pensato che in fondo era come accompagnare l’arpa con un bastone della pioggia, il che dopotutto non era poi male.

Senonché a metà del penultimo brano un getto d’acqua ha colto l’arpista in mezzo alla schiena, a tradimento. In tre secondi l’irrigatore, se non proprio la doccia, gli ha fatto quanto meno lo shampoo. Lo spazio dove stava l’arpa, davanti al pubblico, è entrato pienamente nel campo di tiro degli irrigatori.

C’è stato un arrabattarsi frenetico di artista e pubblico per mettere al sicuro arpa, luci e strumentazioni elettroniche e rimontare quel tanto che si poteva più avanti, magari tirando indietro le prime sedie.

Il concerto si avviava già alla fine e Moretti l’ha portato a conclusione ma grazie all’imprevisto il pubblico era più eccitato di prima ed è stato chiesto un bis.

Moretti ci ha comunicato la sua perplessità: «Proseguo volentieri a suonare, ma come vedete adesso ho solo l’arpa senza le altre strumentazioni elettroniche, quindi… vediamo un po’… serve un brano che si possa fare senza quei supporti… fatemi pensare quale potrebbe essere un brano più asciutto e immediato…».

«L’importante è che sia asciutto», ha fatto una voce ribalda dal fondo.

Abbiamo riso molto.

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