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Il ritorno di Roland Moreno e l’ottusità di Facebook

Sarete d’accordo con me che fra tutte le cose strane che mi devono essere capitate sul web le mie avventure con Roland Moreno siano abbastanza in cime alla classifica delle bizzarrie.

Ebbene: pare che non sia finita e siccome so che il buon Roland gode di sconfinati ammiratori, ecco a voi la seconda puntata.

Avviene che il 9 dicembre, in un tranquillo pomeriggio festivo, mia comare e cugina Cristiana Sedda mi mandi su Whatsapp questa simpatica immagine:

E quindi Roland, ora David, sarebbe di ritorno. Non solo: quasi nello stesso istante scrive al compare Alberto Pintus per offrirgli i suoi servizi.

Ora, la cosa è già piuttosto bizzarra. L’omarino usa un profilo con un nome (David Ruco), la mia foto e un certificato (!) professionale a nome di Roland Moreno (e oltretutto dichiara di essere nato a Bamako mentre nel certificato come luogo di nascita c’è l’Italia. Una rapida ricerca sulla sua bacheca rivela foto di se stesso (o di un altro che impersona) completamente diverse da me, come potete osservare voi stessi.

E per di più a chi va a proporsi? Esattamente ai miei amici, che si suppone dovrebbero sapere chi sono io e chi non sono. Anche a voler dare credito alla teoria della truffa nigeriana (la truffa è rozza perché ci devono cascare solo persone veramente sprovvedute), qui è tutto davvero approssimativo.

Ma la cosa ancora più strana è che avendo preso in mano il telefono per rispondere alle segnalazioni di Alberto e Cristiana, ho visto che c’era una nuova richiesta di amicizia su Facebbok: esattamente da parte di David Ruco (ricevere una richiesta di amicizia da se stessi è un po’ spiazzante).

Per un po’ ho pensato a un elaborato scherzo di qualche amico. Ma il profilo di David esiste da un po’ (non so se con quel nome o un altro) e quindi a cosa sembra improbabile (lo sfottò del truffatore invece non è impossibile).

Converrete che è una storia bizzarra. Ma non è finita.

Facebook e il Comma 22

Sia Alberto e Cristiana che io stesso che diversi altri abbiamo subito segnalato la cosa a Facebook. Con Roland Moreno aveva funzionato abbastanza efficacemente: casomai il problema era che toccava fare tre o quattro segnalazioni a settimana, perché tanti profili si chiudevano altrettanti si aprivano, ma alla lunga ha funzionato. Invece qui non tanto.

È mia ferma opinione che la gestione di queste segnalazioni sia automatica o casomai estremamente superficiale, perché la risposta di Facebook è stata:

Nel momento nel quale sono partite le segnalazioni la mia foto del profilo non era quella che usa David, ma un’altra, e secondo me il programma di controllo (o l’umano affaticato) si limita a controllare quello. Ok, pensi, lo faccio io direttamente. Ma ormai la segnalazione va nello stesso gruppo, e la risposta è la stessa:Ma naturalmente Facebook stesso ti propone la soluzione: il profilo non è falso e monsieur Mariko alias Roland alias David ha diritto a stare anche lui su Facebook, anche se è un operatore finanziario azionista, categoria da cui è bene guardarsi; però posso segnalare  un singolo contenuto che mi infastidisce, per esempio la foto!

Certo. Solo che se vai a segnalare la foto e alla richiesta di spiegazioni di Facebook clicchi su Sono presente in questa foto e non mi piace (che mi sembrava abbastanza adeguato) il buon Facebook, paziente e paterno, ti offre tre possibilità: chiedi a David di toglierla (certo!), blocca David oppure non visualizzare più i suoi post, che sono tutte soluzioni insoddisfacenti, ovviamente, e comunque non sono quella segnalazione diretta di un singolo contenuto che ti veniva prospettata, così che un po’ la sensazione kafkiana aumenta – o, detto in altro modo, ti senti cornuto e mazziato e comunque la bizzarria di tutta la storia raggiunge nuovi livelli. Ho scoperto poi che non devi usare quella motivazione, ma Questa foto mi umilia o mi deride, che permette la segnalazione diretta: misteri di Facebook. A questo punto ho fatto la segnalazione, vediamo che succede.

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