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Che furbastro, quel Volpone!

La cosa che più mi colpisce di questa stagione di Oggi parliamo di libri è la quantità di scoperte che faccio. Queste scoperte continue sono il motivo per il quale, dopo avere molto esitato a riprendere la trasmissione, mi sto invece divertendo moltissimo: sarei contentissimo di sapere che questo mio piacere si nota anche all’ascolto.

Certo: forse queste scoperte continue dovrebbero anche farmi riflettere sul fatto che quest’anno più di ogni altro mi sono imbarcato in un viaggio magari affascinante ma per il quale forse non sono sufficientemente attrezzato, tanto più che in questo percorso mi propongo anche come guida per gli ignari ascoltatori. D’altra parte ho sempre detto di essere un dilettante della radio e per di più anche un lettore e un commentatore dilettante e tutto è fatto in amicizia e in allegria, quindi direi che per il momento va bene così.

La trasmissione dedicata al Volpone di Ben Jonson è un buon esempio di tutto questo: devo infatti ammettere che non lo avevo mai letto; per me il ruolo di rivale letterario di Shakespeare era occupato da Marlowe e di Jonson, devo ammettere, non sapevo davvero quasi nulla.

Prima di continuare forse è il caso di ascoltare la puntata.

Volpone – Ben Jonson

Sono arrivato a Ben Jonson in un modo lievemente diverso da quello che ho raccontato in trasmissione: stavo preparando le puntate su Shakespeare e mi sono detto che avrei dovuto far notare che Shakespeare non rispetta le tre unità aristoteliche – nel senso: non le rispetta più. Per mia fortuna ho pensato di andarmi a controllare meglio la cosa (mi chiedevo: «è lui il primo? o qualcuno prima di lui?») e ho scoperto con sorpresa che semmai avrei dovuto dirmi che non le rispetta ancora. A quel punto sono tornato a Lope de Vega – che tra l’altro tendevo a collocare cronologicamente prima di Shakespeare, in modo errato – e a ciò che avevo notato delle sue commedie e il resto è andato come ho raccontato.

L’altra cosa da notare, a proposito della trasmissione, è che essendo partito da quelle premesse ho poi scelto di presentare Jonson tramite il Volpone che non è una tragedia e che è dubbio che rispetti le tre unità aristoteliche (d’accordo, le rispetta, ma il baricentro della macchina drammatica è del tutto altrove). D’altra parte le tragedie di Jonson non sono proprio facilmente agibili, in generale e anche per quello che credo sia il pubblico di Radio Kalaritana, e quindi mi sono orientato su Volpone.

La commedia è stata una scoperta meravigliosa: in questa stagione sono stato trasportato nella lettura in modo altrettanto immediato e trascinante solo dal Servitore di due padroni di Goldoni, del quale parlerò quando affronteremo la commedia dell’arte. Volpone è un gran personaggio, il suo rapporto di codipendenza con Mosca (a un tempo complice e antagonista) è un capolavoro di finezza psicologica e il meccanismo continuo di travestimenti, di teatro dentro il teatro e di macchinazioni che si intrecciano è sorprendente per la sua modernità e freschezza e contemporaneamente la dimostrazione di una maestria nel padroneggiare la scrittura teatrale notevolissima. Una lettura obbligatoria, davvero.

Dico queste cose a ragion veduta avendo avuto il tempo, a oggi, di tornare sul testo in maniera adeguata: quando ho fatto la trasmissione ero riuscito a leggere Volpone solo in lingua originale e l’inglese seicentesco non è proprio il linguaggio migliore nel quale studiare un’opera quando si è di fretta (peraltro mi ha molto aiutato preparare la puntata con l’ausilio di un saggio interessante di Roberta Mullini del quale consiglio la lettura). Si capisce forse il motivo di qualche esitazione durante la puntata, mentre non ho scuse per la citazione a rovescio di Collodi: spero si capisca quel che volevo dire, e che mi crediate se dico che per quanto possa avere collocato Lope e Fuenteovejuna una trentina d’anni dopo il loro tempo so benissimo che Pinocchio è moooolto successivo al teatro elisabettiano.

I due trailer teatrali che vi ho presentato qui sopra mi danno l’occasione per un’ultima correzione: ho detto che Volpone non è frequente nei nostri cartelloni teatrali; la cosa può essere vera (avevo in mente l’idea che dopo la proposta del Teatro dell’Elfo nel ’79 non ci fosse poi stato granché) ma in realtà controllando meglio mi sono accorto che l’opera viene comunque presentata – per esempio nel 2015 dalla compagnia di Corrado Tedeschi, nei primi anni 2000 con Glauco Mauri nel ruolo di Volpone. E agli appassionati di cinema segnalo un adattamento secondo me non proprio disprezzabile di Maurizio Ponzi, con Villaggio, Montesano, Enrico Maria Salerno, Montagnani, Haber, Eleonora Giorgi e mille altri.

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