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Gli Inklings

In due parole, gli Inklings è una biografia parallela di Tolkien (autore de Il Signore degli Anelli, lo Hobbit e… ok, sapete di chi parlo), Lewis (Ciclo di Narnia, Lettere di Berlicche, Ciclo di Ransom etc), Charles Williams e altri esponenti della cultura inglese del secondo e terzo quarto del secolo XX; il nome Inklings è l’epiteto scherzoso che loro stessi si erano dati per il gruppo informale di amici che si riuniva il giovedì sera nelle stanze di Lewis al Magdalen College di Oxford, oppure il martedì mattina al pub Bird and Baby, per chiacchierare e soprattutto per leggere quanto scritto da ciascuno di loro (per esempio Il Signore degli Anelli). È un libro autorevole, scritto dal biografo ufficiale di Tolkien che dimostra a ogni passo, con una mole impressionante di dati, di conoscere a fondo lui e tutti gli altri protagonisti. È un libro che ho trovato molto interessante e contemporaneamente un libro assolutamente difficile, che consiglio solo a chi desideri accostarsi agli autori come persone. Chi pensa di potersi accontentare di amare le opere, può benissimo fare a meno di leggerlo.

Non voglio fare una recensione come al solito. Piuttosto ci sono alcune cose che ho trovato interessanti per tutti i frequentatori di it.arti.fantasy (e gli appassionati del genere letterario) e altre che sono interessanti per me e che vi dirò come in confidenza sopra un bicchiere di birra.

Cose per gli appassionati di fantasy

Nel newsgroup venne spesso accanitamente dibattuta la domanda: «il fantasy nasce con Tolkien?». Beeene. Pare che Tolkien stesso avrebbe detestato questa affermazione. In più punti si trovano affermazioni secondo le quali lui e Lewis si sentivano assolutamente in continuità con Lord Dunsany e con altri autori fantastici, per non parlare delle antiche saghe. Del fatto che conoscessero Howard e altri americani, tuttavia, nemmeno una traccia.

Altra discussione ricorrente fra gli appassionati riguarda la visione del fantasy come fuga/alternativa alla realà. Mmmmmhhh, qui le cose sono meno definite… tuttavia, direi che l’idea di base era che gli Inklings speravano che, se un numero sufficiente di persone avessero letto i loro libri… la realtà sarebbe cambiata, diventando più simile al frutto della loro immaginazione.

L’ idea di questo gruppo di tizi che si radunano ogni settimana per cazzeggiare, discutere seriamente e presentare i loro scritti mi ha ricordato assolutamente la Locanda (nome scherzoso per it.arti.fantasy, NdR), ovviamente. E i sentimenti di salda amicizia fra gli Inklings suggeriscono perché le fraternità letterarie continuino a prosperare, qui, su Anobii e più in generale sul web.

Cose di Rufus

Avevo già letto il libro anni fa. Hmmmm. Devo dire che alcune figure principali ne escono peggio. Tolkien, che è quello che ne esce meglio, era un vecchio brontolone in perenne lite con la moglie che non apriva un libro “moderno” neanche a pagarlo. Lewis (il vero protagonista del libro) un crociato estremista facile agli entusiasmi infantili, certamente molto diverso dal mite e equilibrato professore di Viaggio in Inghilterra. Williams un incantatore di folle e di fanciulle con un gran cuore ma con un sinistro lato oscuro: qualche venatura sadica, infedeltà coniugali (sebbene platoniche, più o meno), una passione per l’occulto e la magia. Imbarazzante il parere di Tolkien e Lewis che lo studio della letteratura inglese dovesse fermarsi al ‘700, con esclusione della letteratura vittoriana e, Dio non voglia!, del ‘900. Più in generale su costoro, che hanno scritto opere per me molto importanti, potrei condividere (con dispiacere) parola per parola il giudizio che si trova espresso nel libro, dato da un allievo di Lewis che frequentò gli Inklings per un periodo: «Ammiravo terribilmente Lewis e i suoi amici, ma già allora appariva chiaro che io non potevo condividere i loro atteggiamenti di base. […] … politicamente conservatrice, per non dire reazionaria; in campo religioso anglo- o romano-cattolica, in fatto di arte francamente ostile a qualunque manifestazione dello spirito moderno. C’era ben poco qui, in cui mi potessi muovere a mio agio». Eppure, eppure…

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3 pensieri riguardo “Gli Inklings

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