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Cowboy in live action

Sto guardando su Netflix, rigorosamente da solo perché il tasso di violenza non lo rende adatto a Maria Bonaria, Cowboy Bebop nella versione con attori in carne e ossa.

Per chi non l’avesse visto, siamo dalle parti di una fantascienza che racconta una società spaziale ancora sufficientemente simile alla nostra; quelle che un tempo erano metropoli, centri di provincia, luoghi industriali e baraccopoli sono ora stazioni spaziali, satelliti e insediamenti planetari, più o meno all’interno del nostro sistema solare. La serie segue un gruppo di cacciatori di taglie (in gergo cowboy) e la maggior parte dei personaggi sono operativi, criminali, trafficanti, poliziotti e simili (se Firefly era un western nello spazio, Cowboy Bebop è un hard boiled con le astronavi).

Non ho mai letto il manga e ho visto l’anime diverso tempo fa, quindi ho una certa difficoltà a partecipare al dibattito su quanto questa versione rispetti spirito e forme dell’originale (che già, in realtà, erano gli originali); sono anche un po’ combattuto, perché da una parte sono un po’ allergico a questo tipo di dibattiti – tanto più che qui stiamo parlando di un’opera popolare ma non esattamente di massa – ma d’altra parte ho l’impressione che in realtà la chiave interpretativa corretta e più interessante sia esattamente chiedersi quali siano i punti di forza e di debolezza delle varie versioni, tanto più ora che la disponibilità di una serie di nuove tecnologie permette di riproporre molti vecchi cartoni in versione live action.

Non avendo concluso la serie ho solo delle osservazioni temporanee, che mi appunto qui non sapendo se avrò tempo di tornarci.

Intanto, la serie mi pare gradevole, ben fatta, con attori non particolarmente iconici – magari mi sbaglio – e una colonna sonora strepitosa; per quanto mi ricordi della trama originale questa versione mi pare complessivamente fedele.

E quindi cosa rimane da dire?

Boh, a occhio la resa attuale rispetto a anime che erano, dopotutto, prodotti relativamente economici, permette una resa migliore delle ambientazioni, della tecnologia e degli ambienti, che sono non solo infinitamente più dettagliati ma complessivamente più credibili e più, diciamo così, vivi. Questo processo di emersione dell’immaginario, che trasforma cose che magari nell’anime erano solo fondali abbozzati in elementi con un loro protagonismo mi è sembrato molto interessante, anche nei risultati che non riesce a cogliere, perché più evidente non vuol sempre dire meraviglioso, e complessivamente tutta la resa materiale dell’ambientazione, per quanto bella, sa un po’ di roba già vista in tante altre operazioni fantascientifiche con civiltà più o meno decadenti-post-cyberpunk, una debolezza che la volontà di essere fedeli all’originale trasferisce anche ai personaggi, che non riescono a essere iconici anche perché la loro resa visiva (per esempio quella di Faye Valentine, ma non solo) sa un po’ di già visto in mille altre situazioni; non lo dico come una critica, ma per appuntarmi che oggi come oggi quando si lavora su opere narrative con una componente visiva – che siano fumetti, cartoni, videogame o cinema) il confronto coi – e il distanziamento dai – canoni del genere diventa un elemento fondamentale, tanto più se si sta adattando direttamente o indirettamente un’opera che, a sua volta, era già derivativa, come più o meno il novanta per cento delle opere di genere uscite dagli anni ’90 in poi.

Mentre scrivo mi viene da farmi da solo un sacco di obiezioni, quindi non insisto, mi limito a segnarmi qui l’idea, e magari ci tornerò sopra.

L’altro elemento che mi sembra interessante segnalare è quello della violenza e del sesso, che ho l’impressione che siano stati consciamente trattati in modo opposto e che segnalano che l’operazione di adattamento visivo dell’anime precedente, per quanto io possa avere dubbi, è frutto di un lavoro approfondito e molto consapevole (che scoperta, Roberto). La resa della violenza mi sembra molto più abbondante, e molto più grafica: è attenuata con secchiate di ironia, però è comunque un elemento distintivo. Sparisce, invece, quel tanto di fan service per il pubblico maschile che c’era nell’originale. Può darsi che sia un segno dei tempi, o la volontà di conformarsi alla sensibilità di certi mercati, ma mi pare in ogni caso abbastanza evidente e, soprattutto, narrativamente attenua una serie di situazioni impoverendole senza compenso.

Uhm, rileggo e mi rendo conto di essere stato ambiguo, su quest’ultimo punto. Provo a spiegarmi meglio: il fan service, tanto più quello tipico di un certo tipo di fumetto giapponese, è il Male e non c’è alcun motivo di rimpiangerlo. Ma, tanto più considerato il fatto che il pubblico di riferimento non è più quello adolescente dell’originale ma certamente un pubblico adulto, forse si poteva eliminare il fan service mantenendo delle forme di tensione sessuale, esplicita o sottintesa, fra i protagonisti e i comprimari; invece mi sembra tutto molto più edulcorato; detto ancora in altro modo, io detesto la formula HBO di dieci minuti sangue, dieci minuti intrighi e dieci minuti sesso e mi andrebbero benissimo formule alternative, ma non dieci minuti sangue, dieci minuti investigazioni e dieci minuti vorrei ma non posso.

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2 pensieri riguardo “Cowboy in live action

  • La vecchia serie animata la ricordo con una buona resa per disegno e animazione, ma con una scarsa contiguità tra la parte tecnica più tradizionale e certi fondali in computer grafica (era ancora una tecnica un po’ rudimentale).
    Sarei curioso di sapere se nella serie Netflix abbiano ripreso qualcosa della colonna sonora usata in animazione, che era davvero strepitosa e ispirata.

    Riguardo al fan service sessuale, a parte il completino risicato di Faye, non ricordo nulla: la serie animata sembrava puntare più su un misto di commedia e azione, con alcune sortite nel dramma, specialmente sul finale.
    Riguardo alla violenza, sicuramente c’era ma non ricordo nulla di compiaciuto.
    Certo, essendo passati vent’anni o poco meno, potrei aver scordato diverse cose, non posso escluderlo. 😛

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    • La colonna sonora è anche qui ottima, ma non saprei quanto corrispondente.

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