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Don Sciortino e il naso di Cyrano

Layout 1Sono stato ieri al Seminario Diocesano a sentire don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, che presentava il messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, dal titolo Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore.

Devo confessare che, profondamente annoiato, sono scappato prima della conclusione della relazione e del dibattito, in omaggio in fondo a valori di tipo familiare: ho preferito uscire con Maria Bonaria a prendere una pizza con mia sorella e le mie nipoti. Tempo utilizzato in maniera più utile, mi è parso.

Non essendo rimasto fino alla fine non posso commentare per esteso; devo dire, però che l’impasto di vittimismo, lode dei bei tempi andati, omiletica senza troppo impegno e ammiccamenti al senso comune di don Sciortino mi ha ricordato in maniera irresistibile un passo ben noto del Cyrano

IL VISCONTE. Voi… voi… avete un naso… eh… molto grande!…

CIRANO, grave. Infatti!

IL VISCONTE, ridendo. Ah!

CIRANO, imperturbabile. Questo è tutto?….

IL VISCONTE. Ma…

CIRANO. È assai ben poca cosa!
Se ne potevan dire…. ma ce n’erano a josa,
variando di tono. — Si potea, putacaso,
dirmi, in tono aggressivo: «Se avessi un cotal naso,
immediatamente me lo farei tagliare!»
Amichevole: «Quando bevete, dée pescare
nel bicchiere: fornitevi di un qualche vaso adatto!»
Descrittivo: «È una rocca!… È un picco!.. Un capo affatto!
Ma che! l’è una penisola, in parola d’onore!»
Curioso: «A che serve quest’affare, o signore?
forse da scrivania, o da portagiojelli?»
Vezzoso: «Amate dunque a tal punto gli uccelli,
che vi preoccupaste con amore paterno
di offrire alle lor piccole zampe un sì degno perno?»
Truculento: «Ehi, messere, quando nello starnuto
il vapor del tabacco v’esce da un tale imbuto,
non gridano i vicini al fuoco nella cappa?
Cortese: «State attento, che di cotesta chiappa
il peso non vi mandi per terra, a capo chino!»
Tenero: «Provvedetelo di un piccolo ombrellino,
perché il suo bel colore non se se vada al sole!»
Pedante: «L’animale che Aristofane vuole
si chiami ippocampelofantocamaleonte
tante ossa e tanta carne ebbe sotto la fronte!»
Arrogante: «Ohi, compare, è in moda quel puntello?
Si può infatti benissimo sospendervi il cappello!»
Enfatico: «Alcun vento, o naso magistrale,
non può tutto infreddarti, eccetto il Maestrale!»
Drammatico: «È il Mar Rosso, quando ha l’emorragia!»
Ammirativo: «Oh, insegna da gran profumeria!»
Lirico: «È una conca? Siete un genio del mare?»
Semplice: «Il monumento si potrà visitare?»
Rispettoso: «Soffrite vi si ossequii, messere:
questo sì che vuol dire qualcosa al sole avere!»
Rustico: «Ohè, corbezzole! Dàgli, dàgli al nasino!
È un cavolo gigante o un popon piccolino?»
Militare: — «Puntate contro cavalleria!»
Pratico: «Lo vorreste mettere in lotteria?
Sarebbe il primo lotto!» O in fin, parodiando
Piramo, tra i singhiozzi: «Eccolo, l’esecrando
naso che la bellezza del suo gentil signore
distrusse! Or ne arrossisce, guardate, il traditore!».

In difesa della visione cristiana della famiglia (che naturalmente è una cosa piuttosto diversa della visione tradizionale della famiglia) ci sono molte cose da dire, di taglio potenzialmente altrettanto diverso quante sono le caratterizzazioni del suo naso che Cyrano offre: ma Sciortino ha fatto, appunto, la figura del Visconte, che non sa più che balbettare qualche parola generica. Fortuna sua che non c’era contraddittorio, altrimenti come il Visconte sarebbe finito infilzato ben bene, anche di fronte a qualcuno con meno eloquio di Cyrano.

Invece si era fra noi, e quindi ha scelto un tono e un argomentare adatto al rassicurare le truppe: è colpa della stampa e della TV cattiva, tranquilli. Ed è proprio il pubblico presente, composto tutto di componenti della comunità cristiana, a suscitare il rimpianto più grande: potrà anche essere stato rassicurato, quel pubblico (anche se vedo su Facebook qualche altro commento critico) ma mi sembra difficile che sia stato formato: e se a noi cristiani ci tolgono la formazione, cosa ci resta?

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