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Volte che sono contento di me

La fine è il mio inizio (Tiziano Terzani, Longanesi 2006)

Ho affrontato la puntata su La fine è il mio inizio di Oggi parliamo di libri con alcune perplessità.

A fronte di tante cose interessanti (in particolare quelle di cui ho poi parlato in trasmissione, il Vietnam, il percorso di crescita e di riflessione personale di Terzani, la sua esperienza umana) ci sono nel libro diverse cose che toccano mie personali – e forse non troppo personali – idiosincrasie.

La mia resistenza maggiore era, come si è capito, riguardo all’utilizzo del libro e della figura di Terzani come un maestro di spiritualità e, diciamo con qualche semplificazione, come una specie di guru, ruolo che occupa presso un gruppo ben determinato di fan.

Si potrebbe pensare che l’utilizzo che i lettori fanno di un libro non sia responsabilità dell’autore e tanto meno del libro stesso, se non fosse che La fine è il mio inizio in realtà qualche motivo di perplessità lo offre, indulge spesso all’autocompiacimento, un po’ si perde in declamazioni e tracima talvolta nell’ambiguità, come nella scena immediatamente precedente la morte che, pur nel rispetto del dolore della famiglia e della volontà di venire a patti col lutto anche pubblicando ogni parola di Terzani, continuo a ritenere che sarebbe stato meglio non includere per la pubblicazione.

Mi sono reso conto, riascoltando la puntata prima di caricarla su YouTube, che nel ricordo questi aspetti critici avevano cominciato a crescere fino ad occupare tutto il mio giudizio sul libro, che invece in trasmissione era rimasto più equilibrato – mi sono stupito – e credo complessivamente più esatto: e quindi un po’ sono stato contento di me, perché la voce che riemerge dalla registrazione mi corregge, riportandomi a una maggiore equanimità – diciamo: aiutandomi a essere meno bisbetico! – e in fondo riconsegnandomi una lettura che ho fatto e della quale retrospettivamente posso essere contento.

Durante la puntata abbiamo trasmesso Tomorrow never knows dei Beatles.

 

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