CoordinateLe narrazioniLibriParaboleRecensioni

Il Paradiso può attendere

Sto ancora leggendo la Divina Commedia: sono quasi alla fine del Purgatorio e quindi si vede che non ho letto proprio un canto al giorno come mi ero ripromesso, però procedo senza troppa fatica e con grandissimo piacere.

Parentesi: mi sono accorto con una certa sorpresa, a un certo punto, che io del Purgatorio non mi ricordavo proprio niente, al contrario delle altre due cantiche: si vede che la seconda liceo è stata davvero l’anno di schifo che ho sempre pensato, e che avevo all’epoca altro a cui pensare, come tentare di sopravvivere, odiare un paio di docenti e struggermi d’amori non corrisposti. Ci sono un po’ rimasto male, perché mi sembra sempre che dal tesoro della mia esperienza scolastica, come lo scriba del Vangelo, traggo continuamente cose vecchie e cose nuove. E invece boh, e non è bello pensare che, in qualche modo, hai buttato un anno del quale non ti resta niente (che poi non è proprio vero: non vale per la storia dell’arte e la filosofia, per la chimica organica, non vale per Machiavelli e Parini e per Catullo e non vale per la storia, ma quella non conta perché in un certo senso la sapevo già, però insomma, tutto sommato è poca roba).

Comunque, sto finendo il Purgatorio e, con sorpresa, ho scoperto che mi è piaciuto forse più dell’Inferno. L’ho detto alla mia amica Elisabetta Arca, da poco, e ci siamo trovati d’accordo: il Purgatorio è soffuso di una luce tenera, di un clima consolatorio e rappacificato che ne rende la lettura particolarmente appagante. Sembra magari che nell’Inferno succedano più cose: eppure Dante fa qui una ricognizione degli affetti (Casella, Forese, Nino Visconti, per non parlare della comparsa di Beatrice) e del suo rapporto con la poesia (Bonagiunta, Guido Guinizelli, Arnaut Daniel, e i due siparietti di Virgilio con Sordello e Stazio) che sono molto emozionanti.

È chiaro che questo clima generale risponde a una necessità narrativa e serve a sostenere la riflessione religiosa che pervade la Commedia: le anime che si incontrano sono volte alla salvezza e quindi devono essersi, in misura maggiore o minore, purgate dei peccati e delle passioni e apparire evidentemente migliori di quelle dell’Inferno, però la dolcezza di toni supera la dimensione puramente strumentale e lascia il segno; diventa piacevole, rasserenante, seguire Dante in mezzo a tante figure riconciliate con se stesse, rasserenate, pacificate: il Purgatorio è il canto della brava gente che fa il bene agli altri, come il mite Pier Pettinaio a cui Sapia deve la sua salvezza. Doveva essere emozionante da leggere anche per i contemporanei, immersi nelle lotte e nelle violenze più volte evocate nell’Inferno, vedere re e duchi in vita nemici tenersi abbracciati nella valletta dei principi o notare che quando i personaggi appaiono in coppia sono uno guelfo e l’altro ghibellino, oppure appartenenti a città fra loro rivali. Lo dico anche a livello personale: a me leggere il Purgatorio mi ha fatto bene, mi ha rasserenato le mattine, ha dato una cifra migliore alla Quaresima e insomma non è poco.

Poi naturalmente va anche raccontato che io e Elisabetta, dopo avere concordato su tutte queste cose, siamo rimasti un attimo sovrappensiero e poi, insieme, abbiamo detto con un sogghigno: «E poi, insomma, bravino questo Dante, no?». Perché l’altra cosa notevole del Purgatorio è che rende evidente come Dante sia non bravo, bravissimo: ha già scritto una cantica in cui dimostra di saper gestire tutta la gamma della poesia alta e bassa, e tira fuori un’intera nuova collezione di sfumature; ha già dimostrato di essere un maestro nella gestione della trama attraverso una serie di incontri con figure indimenticabili, e presenta una nuova galleria di personaggi lungo un asse narrativo che ha una impostazione completamente diversa; e in più si toglie il gusto di presentare una nuova cornice simbolica e geografica perfino migliore di quella dell’Inferno (le sette P da cancellare, le porte, gli angeli, gli esempi delle virtù e le altre simbologie all’inizio e alla fine di ogni cornice…).

Eh sì, bravino.

Facebook Comments

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:

Questo sito usa cookie o permette l'uso di cookie di terze parti per una vasta serie di funzionalità, senza le quali non potrebbe funzionare con altrettanta efficacia. Se prosegui nella navigazione, scorri questa pagina, clicchi sui link presenti nel sito, commenti un contenuto, condividi una pagina o un articolo, scarichi un file, visualizzi un video o utilizzi un'altra funzione presente su questo sito stai probabilmente attivando un cookie e acconsenti quindi implicitamente all'utilizzo di cookie. Per capirne di più o negare il consenso leggi la cookie policy - e le informazioni sulla osservanza della GDPR

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi