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Alla mostra dei vivai a Milis

Credo di essere andato ad almeno quattro o cinque delle edizioni di Primavera in giardino, la mostra mercato di piante insolite, da quando nel 2009 si è trasferita nell’agrumeto di Villa Pernis, a Milis.

“Piante insolite”, in realtà, è una definizione fuorviante. Milis è, prima di tutto, un incontro di vivaisti iper-specializzati: quello che ha solo salvie, quello che si occupa di rose da collezione, quelli che hanno solo hemerocallis o tillandsie e così via. In sé non c’è niente di insolito negli hemerocallis (o nella salvia), è la concentrazione di specialisti e l’ampiezza delle loro collezioni (si dirà così delle piante esposte in vendita?) a rendere l’occasione insolita e particolare (anche dal punto di vista umano: i vivaisti sono, in generale, gente simpatica, e vivaisti così specializzati, gente che ha dedicato tutta la vita alla salvia, hanno evidentemente una marcia in più).

Essendo quindi ormai quasi una tradizione di famiglia, ieri con Maria Bonaria e i nostri amici Gaetano e Valentina ci siamo concessi una gita di sabato alla mostra. Non avevamo intenzione di comprare niente, in realtà (anche se abbiamo preso due pelargoni odorosi, per allargare la nostra collezione). Pubblico un po’ di foto per invogliarvi ad andare (la mostra è aperta fino a stasera) e anche per cercare di trasmettere almeno un po’ del piacere della visita.

Per il resto solo due brevi notazioni.

La prima è che quest’anno la mostra era molto più grande, c’erano molti più espositori e in generale dava una impressione di maturità e solidità che altri anni mancava o non c’era del tutto. Similmente sembra che anche il paese abbia capito che c’è un’opportunità di promozione per tutta la comunità nell’evento (si possono vendere prodotti locali, lavorare sulla ristorazione… è tutto molto embrionale, ma i segnali nell’abitato si vedevano), il che rende la mostra, che è nata grazie alla buona volontà e all’intelligenza dei vivaisti locali de I campi, un esempio interessante di sviluppo e promozione locale.

La seconda cosa da raccontare è che, mentre facevo le millanta foto di cui vi ho postato una selezione qui sopra, passa una gran bella figliola e io penso: «Vedi, se uno fosse un vecchio bavoso ma sfrontato potrebbe utilizzare la vetusta tecnica del fare una foto alla ragazza dicendo che ama i bei fiori, e da lì sperare che da cosa nasca cosa».

Poco dopo, mentre tento di fotografare il vivaista specializzato in piante per giardini soleggiati e aridi, due arcigne ziodde mi passano e ripassano davanti impallandomi l’obiettivo.

Alla quinta volta non riesco a trattenere un piccolo moto di impazienza e loro se ne accorgono. Una delle due si gira e mi fa: «Mi scusi».

«Niente», dico io (pensando:  ecco, se ora vi spostate…).

Quelle sorridono, in un improbabile tentativo di apparire vezzose, e mi dicono: «Che poi, non siamo forse dei bei fiori anche no, non trova?».

Non proprio la stessa cosa, davvero.

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