Una famiglia perfetta
Ho visto ieri nella benemerita rassegna estiva di Villa Muscas Una famiglia perfetta di Paolo Genovese.
Il gruppo “La Pira” in questo periodo sta facendo un lavoro sulle relazioni familiari e quindi la visione del film si prestava, o così pensavo, a fare un po’ da sponda a temi di cui stiamo discutendo, e così con questa scusa seriosa per una serata all’aria aperta io e Maria Bonaria, con panini (insalata e hummus, insalata, ricotta e pepe e il sempiterno pane, olio e pomodoro, per chi fosse curioso) e due bottiglie di Guinness ci siamo predisposti alla visione.
In realtà Una famiglia perfetta è un film solo marginalmente sul tema della famiglia, mentre è invece parecchio un film sul teatro, i teatranti e il rapporto fra finzione e realtà, con una robusta riflessione, casomai, sulle solitudini e sulle direzioni impreviste che la vita può prendere.
Non dico di più per non rivelare la trama perché già la prima scena contiene una sorpresa, anche se un’occhiata all’intervista agli attori qui sotto potrebbe darvi un’idea:
Dico però che è una commedia a orologeria quasi perfetta (c’è appena appena qualche lunghezza qui e là) in cui si ride molto e non ci si annoia mai, grazie anche a un buon cast di attori. Certo avrei preferito che Genovese spingesse appena appena di più sul pedale dell’acceleratore (guardate la scena dell’entrata in scena del Professionista e pensate se il film fosse stato tutto così) invece poi piano piano scade su una regia attenta al servizio della storia ma meno inventiva.Scopro con sorpresa che è un remake di un film spagnolo del 1996, Familia, e credo quindi che il merito dell’invenzione (lì era una festa di compleanno, qui siamo a Natale) e dell’ottimo congegno che è la sceneggiatura sia di Fernando León de Aranoa. A Villa Muscas le proiezioni sono finite, cercate di recuperarlo in homevideo: è un film molto adatto per una ripresa casalinga, in famiglia, appunto (senza bambini, magari…).