Le avventure di Solomon Kane
Solomon Kane è un personaggio interessante e Howard lo conduce con piglio sicuro in avventure ben congegnate e attraenti, anche se sicuramente al lettore attuale la mistura di esotismo ed horror proposta non fa la stessa impressione che faceva ai lettori originali. Purtroppo l’edizione italiana è sconciata da un indegno tentativo, del tutto pretestuoso, di Gianluigi Zuddas di completare a modo suo i racconti lasciati incompiuti da Howard. Sul personaggio di Conan, in un compito simile, si sono cimentati maestri del calibro di L. Sprague De Camp. Purtroppo per lui Zuddas non è dello stesso livello e si sente: il suo Solomon Kane non ha nulla a che fare con l’originale.
Gentile sig. Sedda
Quando de Turris mi propose di completare questi racconti di Howard per l’editore Fanucci (nel 1979) sapeva che io conoscevo bene questo scrittore, e avevo anche tradotto qualcosa di suo. Ciò che io gli risposi fu che non avrei mai toccato i racconti incompleti di Solomon Kane fuorchè a un patto: doveva essere chiaro che la mia non era una completazione (la completazione è impossibile) bensì una semplice continuazione ludica di ogni racconto, eseguita da uno scrittore diverso e quindi secondo parametri stilistici e creativi diversi. De Turris mi tranquillizzò dicendomi che la pensava nello stesso modo.
Questo perchè ciò che doveva apparire chiaro era la appunto la diversità fra Howard e chiunque si cimentasse nella continuazione dei suoi racconti interrotti, non la volontà di una supposta “completazione” attraverso (Dio ce ne scampi!) l’imitazione. In questa palese diversità fra il racconto e la sua continuazione fatta da me era inteso che il lettore leggesse il mio rispetto per Howard e la sua opera, la quale doveva restare (e resta) idealmente intatta e pura, intoccata da me. A questo scopo, de Turris mi assicurò che sarebbe stato ben evidenziato il punto di separazione fra il racconto di Howard e la mia continuazione.
Imitare Howard, il suo stile e la sua mentalità, sarebbe infatti impossibile per qualunque scrittore, e quindi un tentativo del genere sarebbe assurdo e sciocco. Chi (come me o altri che l’hanno fatto) mette mano a un’operazione letteraria di questo genere può farlo soltanto negandone la possibilità reale, e affrontandola invece solo come un “gioco” letterario. Ma, per carità: un gioco che non vada a cercare di farsi attribuire qualsiasi presunto valore, a parte quello del gioco stesso, fatto per amore dell’autore e dei suoi personaggi.
A quanto mi fu dato di capire, il motivo per cui de Turris mi chiese di fare questo lavoro fu perchè Fanucci voleva pubblicare i racconti di Solomon Kane, ma si temeva che il lettore comune non sarebbe rimasto soddisfatto nel trovarsi davanti racconti interrotti e un personaggio la cui storia personale mancava di un inizio e di una fine. In questo modo il libro rischiava di essere apprezzato (e comprato) solo da pochi appassionati. Si voleva perciò cercare di accontentare sia chi avrebbe cercato il valore dell’opera originale e integrale, sia il lettore di gusti più comuni.
G. Zuddas
La recensione riportata sopra è stata pubblicata sul newsgroup it.arti.fantasy almeno sei/sette anni fa, e ha il piglio “veloce” di una segnalazione mediamente confidenziale in un ambiente che era pubblico ma anche frequentato perlopiù da appassionati che si conoscevano tutti piuttosto bene fra loro. Ringrazio Gianluigi Zuddas di avere “svelato” i retroscena editoriali dietro al progetto, e anche della cortesia con cui risponde a una critica piuttosto accesa (“libro sconciato da un indegno tentativo”, ehm).
Per il resto rimane il dubbio sul senso di queste operazioni editoriali, che potrebbe essere lo spunto per una discussione interessante: concordo con Zuddas che fare delle integrazioni puramente imitative non ha molto senso, ma se si usa il personaggio come puro pretesto (un “gioco letterario”, appunto) si rischia di cadere nell’estremo opposto, in cui il legame col personaggio originale è così labile da privare il gioco delle sue potenzialità. Come, secondo me, accadde in questo caso.
io personalmente ho apprezzato il lavoro di Zuddas.
è chiaro che Howard è in ambito heroic fantasy la pietra angolare da cui tutti hanno preso riferimento,dagli ovvi Carter(ricordate Thongor?)/de camp, passando per Anderson,Wagner,Fox,,fino al “recente” Gemmel.
con Conan,sono stati fatti innumerevoli pastiches,alcuni belli,altri meno.sia nei comics che sui libri,e non dimenticate che persino de camp/carter spesso sono ingiuriati per loro lavoro di “completamento” dell opera di Howard.la newton categoricamente nelle loro edizioni ignora qualsiasi loro lavoro.
nel caso di Zuddas,ho trovato entusiasmanti i suoi completamenti(tenete conto che non è stato l unico,nei fumetti,ce ne sono stati diversi),e i suoi “proseguimenti”,in particolare “la corona di Asa”.