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Di piatti bizantini, spade cinesi e altri oggetti con la tendenza a viaggiare

Quando l’altro giorno ho scritto l’articolo su The road to Hel e la simbologia delle navicelle nuragiche avevo in mente di citare un’altra cosa che ho trovato nella prima parte del libro e che ha marginalmente a che fare con la Sardegna. Poi l’articolo si è dilungato, altre divagazioni davvero non ce ne stavano e ho deciso di rimandare a un altro articolo (questo).

A un certo punto nel suo passare in rassegna ciò che l’archeologia ha da dire di interessante a proposito dell’argomento dei funerali con navi o dei sepolcri a forma di nave la Davidson cita gli scavi di Sutton Hoo (uno dei posti del mondo dove voglio andare) nel Suffolk. È un sito anglo-sassone e non vichingo, ma le somiglianze fra questo e le sepolture vichinghe a Oseberg o Gokstad lo rendono significativo, soprattutto perché quelle furono saccheggiate già nell’antichità e il sito di Sutton Hoo fu invece rinvenuto intatto e consente perciò di farsi un’idea più precisa della disposizione del corredo funebre e del suo contenuto, che la Davidson elenca.

Elmo ritrovato a Sutton Hoo (fonte: Wikipedia)
Elmo ritrovato a Sutton Hoo (fonte: Wikipedia)

A un certo punto viene citato fra tutti gli oggetti un grande piatto d’argento bizantino. Come, bizantino?!

In realtà non c’è molto di strano perché tutto sommato i contatti fra Impero d’Oriente e regni barbari erano frequenti (e gli oggetti in argento ritrovati hanno segni di essere passati per le mani di Franchi, che devono aver fatto da intermediari), però mi ha fatto pensare all’ingenua convinzione che spesso in Sardegna abbiamo che laddove si trova un oggetto nuragico allora per forza ci devono essere stati dei nuragici (che probabilmente l’avevano anche conquistato): le cose sono spesso un tantinello più complesse, come prova il fatto che i Bizantini nel Suffolk non ci sono mai stati.

Mi ricordavo che c’era un passaggio in Travelling heroes che trattava proprio di questo e sono andato a riguardarmelo: l’esempio che cita Lane Fox è quello della coppa che Achille mette in palio nei giochi in onore di Patroclo al suo funerale (la traduzione è di Rosa Calzecchi Onesti, per Einaudi):

un cratere d’argento sbalzato, che sei misure
teneva e per bellezza vinceva ogni altro su tutta la terra
e molto, perché l’avevano fatto con arte gli esperti Sidoni;
genti fenice l’avevan portato sul mare nebbioso,
l’avevano esposto nei porti, e poi dato a Tòante:
prezzo pel figlio di Priamo Licàone lo diede
all’eroe Patroclo Euneo Giasonide.

un oggetto ballerino, o viaggiatore: fabbricato a Sidone, esportato da altri fenici, regalato a Tòante, re di Lemnos nell’Egeo settentrionale, ereditato dal figlio di quest’ultimo, Eumeo, che lo dà a Patroclo in cambio di un prigioniero di guerra (Licàone), ereditato da Achille che lo mette in palio nei giochi funebri. Lo vincerà Ulisse e poi non so che fine faccia: magari in fondo al mare con il resto dei tesori e dei compagni d’Ulisse, oppure regalato o scambiato chissà dove. Quindi se oggi su Itaca aprissimo un sepolcro di un qualche capotribù dell’Età del Bronzo e ci trovassimo un cratere d’argento fenicio faremmo bene ad essere prudenti: non è detto che questo voglia dire che mercanti fenici toccavano quel porto, o viceversa.

Aiace e Achille intenti a un gioco da tavolo (fonte: Wikipedia)
Aiace e Achille intenti a un gioco da tavolo (fonte: Wikipedia)

Ma mentre ragionavo così mi sono fatto un giro sul web e ho trovato una cosa bellissima (sul sito Atlas Obscura), molto più bella del cratere d’Ulisse.

Cavaliere francese e spada cineseLa lapide di un cavaliere crociato francese, Jean D’Alluye. Notate niente di strano? Immagino che i nerd fra voi e i giocatori di ruolo siano a bocca aperta, ma la gente normale forse non lo vede subito: la spada del cavaliere è una tipica spada cinese, con l’elsa fiorita e la lama larga e piatta.

Come diavolo ha fatto un cavaliere crociato a entrare in possesso di una spada cinese? Ha viaggiato come Marco Polo (prima di Marco Polo)? Forse no: lo studioso che si è interessato della strana spada ipotizza altre possibilità, per esempio che la spada fosse bottino di guerra raccolto in Cina da un guerriero mongolo e poi portata verso occidente nelle scorrerie di questo popolo contro il Califfato abbaside persiano. Per esempio: ma in realtà il modo non ci interessa strettamente. La lezione che piatti bizantini, argenteria fenicia e spade cinesi ci insegnano è che genti anche lontane interagiscono e le merci si muovono verso destinazioni remote e inaspettate: solo che forse non lo fanno nei modi che noi considereremmo più logici.

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