Prendi il CTM, conoscerai il mondo

Due o tre casi capitati questa estate, fra il 6 e le varie linee che portano al Poetto.

Homo virgini lupus, soprattutto se lo zio

Una signora anziana arringa una ragazzina che porta una enorme borsa della spesa sul 6: devi fare così, devi fare cosà, e quando sei in giro mì di non dare confidenza…

Un’altra signora ha pietà della fanciulla e le dice: «Ma la lasci in pace, o signora!».

E quella: «Ma  io la conosco, sono amica della mamma. Vero o Debora? Le do consigli come li darei alle mie figlie che gliel’ho sempre detto: mì di non dare confidenza, e se sei in casa da sola non aprire agli estranei, capito? Se viene zio e sei da sola, tu non aprire, digli che la porta è chiusa e non hai le chiavi…».

Il giusto contegno per i battesimi

Tre ragazzine con unghie smaltate come una ceramica di Pulli discutono: «Nooo, io non ci vado più da Tamara a farmi le unghie, cioè lavora in una cantina al buio, cioè io non ci voglio andare».

«Ma ci sei stata nel nuovo studio, o Gessica? È bello…».

«Ma quale bello? È un sotterraneo, io ci ho paura di entrare al buio». Poi riprende: «Comunque adesso me le devo tagliare, le unghie. Devo andare a un battesimo».

«E quindi?».

«Nooo, è troppo brutto al battesimo, non ci puoi avere le unghie lunghe. Cioè, è un battesimo».

Le conseguenze dei tradimenti

Le fanciulle delle unghie, dopo un po’, arrivano a parlare di fiducia, tradimenti, persone che non meritano l’amicizia. Gessica delinea con chiarezza il fatto che ciò che un tizio non nominato ha fatto all’amica è equivalente alla pratica insistita e ripetuta di atti contro natura. Al terzo “mettere nel…” le signore vicine decidono di trovare altri posti. L’amica se ne accorge e le dice di parlare bene, poi (si capisce che tutto sommato è ancora un po’ innamorata) avanza l’opinione che tutto sommato il citato tradimento può essere ignorato. «Massstai scherzando? Nooo, guarda, a me mi da troppo fastidio, capito, mi dà il vomito. E guarda che io non sono una che vomita spesso, capito? Nessuno può dire che io sia una che si mette le dita in bocca per cacciare apposta, ma capito, queste cose mi fanno vomitare, mi danno il vomito…» .

Arriva la fermata e Gessica e le amiche scendono. La ragazza molto fine seduta di fronte a me alza lo sguardo, mi fissa e fa: «Delicatissssssime».

Un’estate così così

Due  amiche discutono. Una è stata fuori tutta l’estate, per uno stage di danza, l’altra è rimasta a Cagliari. Discutono di una terza amica, che abitualmente, dopo avere organizzato serate e uscite, si passava, lasciando l’organizzazione a metà.

«Capito, alla fine mi trovavo io, unica ragazza, Marco, Luca, Gianni… Marcello… e Toni».

«Noooo» (scuote la testa con compatimento), «che palle».

«No, magari che palle no, però l’unica con tutti maschi, insomma, stai lì a non fare niente. Solo, cosa fai, non esci?».

«E alla fine perciò hai passato l’estate così?».

«Si, infatti sono sempre tornata a casa presto. Cioè… presto… il minimo: alle tre».