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Mi sono accorto oggi che non avevo riportato sul blog l’articolo che ho pubblicato sul supplemento diocesano di Avvenire del 19 aprile 2015, dedicato a Banca Etica.

Lo riposto qui: è un articolo brevissimo e anche piuttosto anonimo (me lo dico da solo…), nel senso che occorreva prima di tutto presentare la Banca a chi poteva non conoscerla e non c’era grande spazio per le opinioni, quindi ammetto che io per primo non lo trovo molto interessante; d’altra parte come sapete ci tengo a tenere sul blog le cose che faccio per non perderle, quindi lo pubblico (e poi magari qui e là gli addetti ai lavori un tocco personale lo notano!).

Il titolo e sottotitolo non sono miei, ma redazionali (e migliori di quelli che avevo messo io, peraltro).

Avvenire Cagliari testataLa sfida di Banca Etica per un mondo più giusto

di Roberto Sedda

Attiva da quindici anni, considera il credito come un diritto che appartiene a ogni persona

Fondata nel 1999 a Padova, per impulso delle principali organizzazioni del terzo settore, del commercio equo, dell’associazionismo e della cooperazione sociale e internazionale e con l’apporto decisivo di migliaia di cittadini e piccoli risparmiatori, Banca Popolare Etica è la prima e per ora unica banca italiana che aderisca ai principi della finanza etica.

Questi possono essere ricondotti sinteticamente a due idee forza: quella che il credito sia da considerare come un diritto delle persone, al pari del diritto alla salute o alla casa, e il fatto che si debba sempre tenere conto delle conseguenze non economiche delle azioni economiche. Nella storia di Banca Etica queste idee forza sono state via via tradotte in ulteriori principi ispiratori: trasparenza, partecipazione, equità, efficienza, sobrietà, sostegno alla lotta per la legalità in tutti campi. I settori finanziati sono poi la cooperazione sociale (in particolare quella legata ai servizi socio assistenziali), la cooperazione internazionale, la tutela dell’ambiente, la promozione della cultura, le energie rinnovabili e l’agricoltura biologica.

I primi quindici anni di vita della Banca, festeggiati nel 2014 con iniziative organizzate in tutta Italia e anche in Sardegna dai numerosi gruppi in cui sono divisi i soci sul territorio, hanno visto la Banca crescere e rafforzarsi: dalla originaria unica sede di Padova si è passati a tredici filiali sparse per il territorio nazionale, il capitale sociale ha raggiunto i cinquanta milioni di euro (erano sei e mezzo alla fondazione) e i soci sono oggi più di trentaseimila. Il 2015 si apre con l’inaugurazione della filiale di Bilbao e con l’ingresso di una intera nuova area di soci spagnoli, precedentemente riuniti attorno alla Fondazione FIARE.

Banca Etica si presenta oggi come una banca a tutti gli effetti, in grado di erogare i servizi di un istituto bancario tradizionale ma forte della specificità di un uso responsabile del denaro, pronta a fronteggiare le complessità crescenti della situazione sociale ed economica: per esempio l’esigenza di servire nuove categorie di consumatori responsabili e nuovi stili di vita consapevoli, aprendosi anche a campi di intervento sinora non previsti e a referenti sociali meno facilmente individuabili e più parcellizzati rispetto alle grandi organizzazioni popolari e di massa che hanno contribuito alla sua fondazione. Mentre nuovi laboratori di organizzazione sociale dal basso faticano ancora a giungere a maturazione notiamo tutti lo strapotere della finanza casinò e della speculazione, verso le quali le istituzioni nazionali e internazionali sembrano spesso fin troppo acquiescenti. Se non si vuole che l’opera di Banca Etica e di altre istituzioni di finanza etica si limiti a un mero ruolo di testimonianza è importante da una parte che ciascuno adotti comportamenti responsabili e conseguenti nell’uso personale del denaro e d’altra parte che ci si impegni nella costruzione di nuove alleanze sociali per un mondo più giusto al cui servizio la finanza etica possa porsi.

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