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Noir. Istruzioni per l’uso (Luca Crovi, Garzanti 2013)

Crovi-Noir-Ho preso Noir. Istruzioni per l’uso prima dell’estate, quando ho cominciato a pensare a un ciclo di puntate di Oggi parliamo di libri dedicate ai gialli: Luca Crovi per tanti anni ha condotto Tutti i colori del giallo, coordina l’Almanacco del giallo di Bonelli e quindi, ho pensato, chi meglio di lui per orientarsi?

In realtà il libro si è rivelato contemporaneamente solleticante e deludente. Si tratta di una lunghissima galleria di autori di gialli, thriller, romanzi criminali o noir: a ciascuno sono dedicate in media tre-quattro pagine, mi pare di capire dall’introduzione trascrizioni delle puntate alla radio o di altre interviste fatte da Crovi, più altri articoli scritti direttamente per la carta stampata.

La galleria ha così un’estensione impressionante: ottantadue autori. Crovi li presenta divisi in due sezioni: una trentina, perlopiù ormai morti, sono descritti in brevi schede di presentazione; per un’altra cinquantina, ancora in attività e incontrati di persona da Crovi si lascia spazio alla loro voce diretta, persino avendo cura di cancellare le domande dell’intervista per dare maggiormente il senso di una conversazione senza intermediari con l’autore. Questa seconda parte è, naturalmente quella di maggior valore, soprattutto per il fan che riconosce fra le varie voci quelle degli autori preferiti (io ci ho trovato Gibson, Winslow, Pérez-Reverte e Alan Moore, più diversi altri che ho letto e di cui è stato interessante conoscere le opinioni sul proprio lavoro).

Il libro è, d’altra parte, del tutto inutile per chi non conosca la letteratura gialla se non superficialmente e magari desiderasse approfondire: perché le schede non sono quasi mai abbastanza esplicative, le interviste non sempre comprensibili per chi non abbia già un’idea di che cosa ha scritto ciascuno e come, e l’estensione della galleria ha come contropartita una certa superficialità nel trattamento dei vari autori, per i quali non è mai (con la notevole eccezione, direi, della scheda sui rapporti fra Hitchcock e i suoi sceneggiatori) offerta una qualche chiave di interpretazione critica – o anche il tentativo di tracciare connessioni fra gli uni e gli altri, individuare linee di continuità, proporre delle categorizzazioni interne al genere. Come manuale, insomma, o come testo di consultazione, Noir. Istruzioni per l’uso è piuttosto poco maneggevole e spesso frustrante.

In realtà leggendo mi è venuto da pensare  che il libro che sarebbe veramente interessante (e che non mi pare che Crovi abbia mai scritto) è un’intervista a Crovi stesso: che alla radio e qui e là nel libro si rivela un affabulatore accattivante, ha conosciuto praticamente tutti i giallisti più importanti nei contesti anche più strani e ha una conoscenza encicolopedica della materia. I gialli che piacciono a Luca Crovi e perché (e i giallisti che glieli hanno fatti conoscere) sarebbe, secondo me, un testo imperdibile.

Questo invece è un succedaneo con degli spizzichi interessanti, un sacco di invitanti porte aperte oltre le quali scopri che non si capisce bene cosa ci sia e qualche caduta di stile, che è forse naturale alla radio quando si cerca di enfatizzare la presentazione di un autore ma che sulla pagina scritta è mortale, come la presentazione di William Gibson:

 Se nel 1982 William Gibson non avesse coniato il termine «cyberspazio» all’interno delle storie contenute nel suo La notte che bruciammo Chrome, l’idea fondativa di Internet forse non sarebbe mai stata sviluppata dagli ingegneri del computer. E quasi sicuramente non sarebbero poi stati creati i caschi per accedere alla realtà virtuale e nemmeno sarebbero cresciute realtà avveniristiche di gioco come quelle della Playstation o di Second Life

… che è roba a far arrotare i denti a informatici e appassionati di fantascienza in giro per il mondo.

Un’ultima nota riguarda la presentazione del volume: nel risvolto di copertina si insiste che questo sarebbe un libro che svela segreti di scrittura

Regala così agli aspiranti autori un insuperabile manuale di scrittura…

Concetto ripreso anche da Crovi stesso nell’introduzione:

Così ho cercato di mettere insieme aneddoti e consigli che potessero divertire chi volesse intraprendere sia l’impresa della lettura che quella della scrittura. In queste pagine ritroverete infatti molti spunti che potrebbero tornarvi utili per realizzare una storia efficace, densa di ritmo, pathos e colpi di scena.

Bene: di tutto questo nel libro non c’è nessuna traccia. Proprio nessuna, e la cosa potrebbe essere un po’ irritante per chi magari ci abbia creduto e l’abbia acquistato per questo. Quello che c’è, invece – ed è strano che non venga sottolineato perché è uno degli elementi caratterizzanti del libro – è una riflessione a più voci sul mestiere della scrittura, su cosa vuol dire mettere qualcosa di sé sulla pagina bianca per offrirla ad altri, o come si vive il demone che a un certo punto Michael Connelly confessa con molta precisione

Credo che l’obiettivo di ogni scrittore, che lo ammetta o meno, sia quello di cercare di avvicinarsi con la propria scrittura a una forma d’arte.

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