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Dio fuori della camera da letto

Sul numero di Mosaico di pace di questo mese c’è un mio articolo che presenta Fedi e finanza, un progetto congiunto fra la rivista, Banca Etica e molte alte persone. Non mi dilungo, perché l’articolo spiega tutto: ma a Cagliari mi piacerebbe proporre un’esperienza locale del progetto, quindi ne riparleremo di sicuro (e chi è interessato faccia pure un fischio).

mosaico-di-pace-3Fedi e finanza

di Roberto Sedda

Al via un tavolo di lavoro interreligioso sul rapporto tra le fedi e il denaro, promosso da Mosaico di pace e Banca Popolare Etica.

mosaico-di-pace-2Proviamo a immaginare che Dio decida di fare una capatina a casa nostra per vedere come viviamo. Proprio casa nostra, o casa dei nostri vicini, con le sue stanze, i suoi mobili, i suoi abitanti. Su cosa concentrerebbe la sua curiosità, Dio? Sulle cose che abbiamo stipato dentro la casa? Sulla dispensa, coi suoi prodotti messi in fila? Sul frigo? Cosa penserebbe dell’iPhone di ultima generazione, della TV? Passerebbe in rassegna l’armadio dei vestiti, guarderebbe le etichette? Si chiederebbe, Dio, chi ha rifatto i letti, chi ha lavato i piatti, chi fa i lavori di casa per la famiglia? Interessano a Dio i buoni lavoro? Oppure magari Dio aprirebbe la porta della camera dei ragazzi, per provare a indovinare dal suo aspetto a quali scelte e valori vengono educati? E forse Dio troverebbe interessante aprire il cassetto dei documenti e dare una sbirciatina alla cartella degli estratti conto e delle comunicazioni della carta di credito.

Infine: cosa interessa a Dio?

mosaico-di-paceNiente di tutto questo, sembrano dire tanti degli interventi pubblici dei rappresentanti delle religioni. Ciò che interessa Dio, a quanto pare, è ciò che accade in camera da letto. A quello Dio, sembrerebbe, volge il suo sguardo e la sua preoccupazione continua. Al confronto le altre scelte di vita quotidiana, fare la spesa, lavorare, guadagnare, risparmiare, orientare i propri consumi, sono irrilevanti.

È questa la provocazione a partire dalla quale, su invito di Mosaico di pace e Banca Popolare Etica, fedeli e credenti di denominazioni diverse hanno iniziato a incontrarsi a Roma, nei mesi scorsi, per progettare un cammino di dialogo e di studio comune che si è voluto intitolare Fedi e finanza e che adesso esce dalla fase di progettazione per entrare in quella operativa.

Viviamo ormai da anni attanagliati dalla crisi economica. I pastori soffrono coi loro fedeli e a loro tentano di rivolgere un insegnamento: papa Francesco ha scritto pagine molto esplicite sulla condizione economica e sul modello di sviluppo di oggi. Ma mancano in gran parte riflessioni che a partire dalla visione religiosa del mondo riflettano sull’origine della crisi, sui suoi meccanismi generativi che non sono genericamente economici ma specificamente finanziari e radicati in scelte ben precise delle persone. E comunque la riflessione dei pastori fatica a farsi prassi e riflessione condivisa nelle diverse comunità concrete dei credenti, a indirizzare scelte coerenti e cambiamenti degli stili di vita. Fedi e finanza vuole contribuire a colmare questo vuoto: all’organizzazione di un possibile convegno, si accompagnerà la preparazione di materiali di lavoro indirizzati ai gruppi e alle comunità locali, mentre fedi-e-finanza-2Mosaico di paceConfronti dedicheranno una finestra permanente all’argomento, con contributi, articoli e riflessioni, dossier, rilanciati anche da altri siti e riferimenti online, primo fra tutti il blog di Banca Popolare Etica. In un momento nel quale il dialogo fra le fedi appare difficile, Fedi e finanza si muove ovviamente in controtendenza e getta ponti di confronto molto importanti. Quello che può essere importante notare, però, sono le dimensioni innovative di questa specifica esperienza. La  riflessione si incammina in territori largamente inesplorati, e già dalle prime discussione intraprese sono emerse sorprese e scoperte gioiose e intellettualmente stimolanti. Ma soprattutto non è comune, infatti, che il dialogo ecumenico e interreligioso si faccia a partire dalle dimensioni concrete del vivere e dell’operare economico, visto in altri casi, magari, come conseguenza di una intesa costruita su altri livelli: qui invece è esattamente il contrario: dal giudizio comune su ciò che è bene per l’uomo, su come l’economia può diventare occasione di schiavitù o di liberazione dalla fatica del vivere, potremo  riconoscere tutti la dignità del credere di ciascuno.

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