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Aiutiamo la Norvegia

Ci sono dei bambini da aiutare, in Norvegia.

Bambini che congelano a morte. Serve caldo. E chi è più esperto del caldo degli africani? Da questo nasce l’idea di una ONG, Radi-Aid (in inglese si pronuncia come irradiare), che lancia un appello corredato anche da un video stile Do they know it’s Christmas?  perché dall’Africa partano termosifoni destinati ai bambini norvegesi.

Raduniamo termosifoni
spediamone milioni
diffondi il calore
diffondi i sorrisi
dì “si” a Radi-Aid

Breezy Vee, portavoce di Radi-Aid

Confusi? Dovreste, perché l’operazione satirica (meravigliosa, secondo me) fa parte di una campagna finanziata dal governo norvegese per combattere gli stereotipi in materia di aiuti umanitari e indurre una riflessione sullo stile e le finalità della cooperazione Nord-Sud (gente civile, i norvegesi, e con un ottimo governo, parrebbe). La costruzione vera e propria della campagna è di un gruppo di ONG norvegesi (gli studenti di SAIH, soprattutto, e Operation Day’s Work, fra gli altri).

Il video, che vi riporto qui sotto, mi ha strappato più di un sogghigno:

Insomma, tutta l’operazione, sito, video, falsi comunicati stampa, è una delle migliori operazioni satiriche sul mondo della cooperazione che abbia mai visto (non che ce ne siano molte) e rappresenta una (benvenuta) riflessione dall’interno su un mondo che ha tanto di buono ma che rischia anche di accumulare un bel po’ di zavorra.

Vi traduco qui sotto il manifesto della campagna, che condivido in toto.

  1. La raccolta di fondi non dovrebbe sfruttare sereotipi. La maggior parte di noi sono studi di vedere tristi immagini di ciò che va male nel mondo, invece di cambiamenti reali.
  2. Vogliamo migliori informazioni su ciò che avviene nel mondo, a scuola, sulla TV e nei media. Vogliamo più sfumature. Vogliamo venire a conoscenza di sviluppi positivi in Africa e nei paesi in via di sviluppo, e non solo di crisi, povertà e AIDS. Abbiamo bisogno di più attenzione a come il comportamento dei paesi occidentali ha un impatto negativo sui paesi in via di sviluppo.
  3. Media: siate rispettosi. I mezzi di comunicazione dovrebbero sviluppare maggiore eticità nei loro reportages. Pubblichereste la foto di un bambino bianco affamato senza permesso? Devono essere applicate le stesse regole quando i giornalisti si occupano del loro paese o del resto del mondo.
  4. Gli aiuti devono essere basati su necessità reali, non su “buone” intenzioni. Gli aiuti umanitari sono solo parte di un quadro più grande; dobbiamo avere cooperazione e investimenti, e cambiare quelle altre strutture che impediscono lo sviluppo nei paesi più poveri. Gli aiuti non sono la sola risposta.
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