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On the road again

Pubblicare un sito o un blog comporta una buona dose di presunzione: vuol dire supporre che quello che si scrive o si fa sia interessante per gli altri, di solito molti altri. È con un certo imbarazzo, quindi, che ho deciso di rimettere su il mio sito, che da un paio d’anni era svanito su server non più identificabili.

Se alla fine mi sono deciso a farlo è stato, oltre che per l’evidente possesso di una buona dose della presunzione di cui sopra (non lo ammetterò mai, ma c’è) anche perché mi sono reso conto che comunque produco continuamente dei contenuti sul web che però finiscono per risiedere su piattaforme che sono al di là del mio controllo: se un giorno Anobii chiudesse improvvisamente perderei tutte le recensioni che ho scritto negli anni, per dire. Così ho deciso di raccogliere tutto il materiale sparso per ogni dove della rete in un unico punto. E a quel punto, catalogare per catalogare, mettere su un sito per mettere su un sito, ho deciso che tanto valeva accettare il rischio del blog pubblico (il rischio, se non l’avete capito, è quello del ridicolo: ma chi è questo, ma che vuole, ma chi se ne frega?). Tanto più o meno da queste parti passeranno, se va bene, ventiquattro lettori in tutto.

È per questo che quello che state leggendo è il primo articolo del blog ma anche l’ottantesimo e passa: per mettermi avanti mentre ricostruivo graficamente il sito ci ho messo già dentro un po’ di cose recuperate rastrellando il mio disco rigido e la rete; e altro, credo, sarà recuperato man mano.

Due note di navigazione: gli articoli sono divisi in categorie secondo i generi: per esempio recensioni, materiali di gioco… li trovate nel menù in alto e sono abbastanza comprensibili, credo. L’unico genere un po’ strano, forse, è Strange days: da vecchio appassionato della fantascienza cyberpunk accarezzavo l’idea, con l’amico Andrea Assorgia, di raccogliere tute le notizie attuali che sembrino prese di peso da un romanzo di William Gibson o di Bruce Sterling. Per il momento Andrea non ha tempo, quindi la raccolta la comincio io, poi si vedrà.

Un altro modo di catalogare gli articoli sta nella barra laterale interna: sono le coordinate e offrono un altro sistema di catalogazione, meno immediato ma più articolato: al centro io e la mia famiglia, poi attorno la comunità cristiana, quindi i pensieri, le parole e le narrazioni e infine le cose. A leggerlo così non si capisce magari tanto, ma frugando nelle coordinate vi accorgerete che è semplice. Nella barra laterale più esterna un blogroll, con alcuni link che suggerisco. Alcuni sono abbastanza autoesplicativi, come le riviste di economia sociale, altri ci sono perché mi piace seguirli e volevo segnalarli. Programmaticamente per il momento ho messo solo blog e non siti, e nessun blog di amici: più avanti magari cambierò.

La testata in alto raccoglie una catasta di cose che mi rappresentano, prese tutte insieme. Sono rimasto colpito dal fatto che Moreno Burattini, l’autore di Zagor, ha appena scelto un’immagine simile per il suo sito (però lui mette tutte cose scritte da lui, e c’è una certa differenza…). Questo rafforzerebbe la vecchia idea di Andrea Veneruzzo, ai tempi in cui scrivevamo insieme le avventure per il torneo nazionale di Cyberpunk 2020 e ce le trovavamo quasi simili sull’ultimo Nathan Never  subito prima di spedirle agli organizzatori locali: Andrea credeva che in Bonelli avessero un virus connesso direttamente al mio PC; io preferisco interrogarmi, perplesso, sui meccanismi di ideazione collettiva: oppure stiamo tutti dentro la Matrice e il computer centrale ci suggerisce per pigrizia le stesse idee, vedete un po’ voi.

Per il momento credo sia tutto. Ah, dimenticavo: gli articoli sono commentabili e i commenti e i pareri, se pubblicarli non comporta per me rischi di galera, sono i benvenuti.

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2 pensieri riguardo “On the road again

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