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Autisti in cerca d’autore

L’altro giorno ero a Roma e sono emerso dalla metropolitana a Termini.

2013-12-15 10.44.43Dovevo andare in via Toscana per una riunione di Banca Etica: da Termini sono dieci minuti e di solito vado a piedi, ma questa volta avevo una sacca più pesante e ho deciso di prendere l’autobus. Mi indicano il 910, salgo e mi accomodo.

Con me ci sono una decina di persone, fra le quali un paio di turisti. Siamo al capolinea, quindi aspettiamo.

A un certo punto sale dalla porta davanti un giovane, barbetta, pelato, occhi spiritati, il quale fa: «Scusate, sapete la strada?».

Attimo di incertezza, poi dal fondo una signora fa: «Arriva a piazza Mancini!».

E quello: «No, questo lo so. Ma vorrei sapere se sapete la strada che fa per arrivarci».

Nuovo attimo di incertezza. Per aiutarci quello sfodera un bel sorriso, sbarra ancora di più gli occhi e aggiunge: «Sono l’autista, eh! C’è qualcuno che mi può indicare la strada?».

Vabbe’, penso, solo davanti a Termini girano a briglia sciolta matti del genere.

Quello però ripete: «Sono l’autista, ma non so la strada. C’è qualcuno che la sa?».

E notiamo che indossa un’uniforme dell’ATAC.  Con tanto di tesserino, quindi è davvero l’autista (oppure è un matto che ha rubato anche l’uniforme, e non saprei cosa sia peggio).

L’anziana turista inglese a fianco a me fa al marito: «What?», e quello gli risponde con una smorfia sul genere: «I don’t know». Pietosamente nessuno gli rivela la verità.

Invece la filippina seduta davanti a me dice che lei la strada la saprebbe, ma a un certo punto scende. L’autista serafico: «Vabbe’, intanto arriviamo là, che dice? Poi vedremo? Eh?! Se la sente di indicarmi la strada?».

E partiamo. Due svolte e l’autista avvisa: «Da qui non so più che fare». La filippina indica a sinistra, muta. L’autista si ferma in mezzo all’incrocio e fa: «Qui? Ma è sicura?» e parte una discussione con l’autobus fermo al centro dell’incrocio. Dal fondo arriva un’ucraina e conferma: «Si, si, qui a sinistra». Al contrario della filippina c’ha un vocione.

Giriamo a sinistra e proseguiamo: a ogni incrocio la filippina indica con la mano e guarda l’ucraina. Quella gli fa un cenno di conferma e poi tutt’e due dicono le indicazioni all’autista.

A via Piemonte, dopo solo quattro fermate, scendo. L’autobus traballante prosegue e si perde oltre l’orizzonte. Mi chiedo se sarà mai più visto.2014-03-15 14.48.36

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3 pensieri riguardo “Autisti in cerca d’autore

  • C’e’ un racconto simile in qualche libro di Luciano de Crescenzo. Mi pare che in quel racconto uno dei passeggeri cerchi di convincere l’autista a cambiare percorso per arrivare prima a casa 😉

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    • Precedenti illustri 😉
      Comunque in molti paesi sudamericani oltre alle normali linee pubbliche c’è una miriade di vetture di piazza che fanno percorsi più o meno variabili con soste non sempre definite alla partenza.

      Rispondi
  • Pingback: La famosa leggenda urbana dell’acqua che diventa verde – La casa di Roberto

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