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Editori truffati: un appello

Stamattina ho trovato su Facebook questa nota de La Meridiana, una benemerita casa editrice di Molfetta attiva sia nel campo dell’editoria sul gioco e l’educazione – ha pubblicato diversi miei amici, fra l’altro – sia nel campo della spiritualità cristiana (pubblica, ad esempio, gli scritti di don Tonino Bello). La rilancio per il contenuto dell’appello e anche perché mi sembra una storia da conoscere e che induce ad alcune riflessioni.

truffa editori 3Si chiama truffa. E noi l’abbiamo subita. E con noi, a quanto risulta a ieri, già altri 200 editori. Da nord a sud. Isole comprese. Qualcuno ipotizza che arriveremo a 2400 editori. Noi l’abbiamo scoperto ieri. Abbiamo tutti ricevuto un ordine tra marzo e aprile dalla Fondazione Arcobaleno, che ha un sito internet (http://fondazionearcobaleno.com/), delle persone con cui abbiamo parlato, partita Iva, conto corrente bancario (presso uno sportello dell’Unicredit di Roma). Qualche editore li ha anche incontrati nella loro sede. Cioè ci ha parlato ma anche stretto la mano. La Fondazione non è la sola ad aver agito in questi mesi. Orecchio Acerbo Editore (leggete il post della casa editrice del 13 maggio) ha consegnato i libri e ricevuto 2 assegni. Questo accadeva di venerdì. Il lunedì successivo scoprono che gli assegni sono scoperti. Ordini importanti: 400, 500 e anche più libri. Noi: 510 libri. 3 o 4 copie per titolo dalle collane Partenze, Pcome gioco, Premesse, Persone, Passaggi, Per Sport. Della collana di spiritualità e don Ton Tonino Bello nulla. Bene: hanno preso i libri e sono spariti dalla sede della Fondazione e, ovviamente, dagli impegni presi con gli editori. Eppure ci abbiamo parlato, eppure l’ordine è arrivato con tanto di mandato del direttivo, eppure ce lo siamo guardato e riguardato il sito per capire chi fossero. Eppure… ci siamo cascati. Chi poteva immaginare! Stanno partendo le denunce e le prime scoperte. truffa editori 2E ovviamente si scopre che i tipi sono recidivi. E si scopre che anni fa i libri furono poi visti sulle bancarelle. Perché una truffa così non la metti in piedi se non hai un acquirente certo. Qualcuno degli editori ritiene che servissero le fatture di acquisto per rendicontare progetti (fasulli). E quindi i truffati non siamo solo noi, ma anche Enti e Istituzioni. Certo è che questi signori sono andati in una Banca, hanno aperto un conto, e hanno avuto un credito, non hanno avuto alcune remora a mostrare le loro facce, a incontrare personalmente gli editori. Si sono dati una credibilità con tanto di timbro, partita Iva, progetti a favore della cultura e dei minori…certificati. Carte false. Scopriamo oggi. Tutto questo fa rabbia in un momento complicato nel quale vendere anche un solo libro è difficile. Tutto questo ti complica di più le cose perché con l’incasso di quella fattura si pagavano fatture di fornitori, gli stipendi nostri. Un buco nero. Da coprire e in fretta. Perché a chi fa onestamente il suo lavoro, le Banche mettono fretta. Forse troverete i nostri libri e quelli di altri a prezzi scontatissimi da qualche parte. Se vi capiterà, informateci, aiuteremo i carabinieri nelle indagini. Sappiate che quello sconto a voi favorevole è il risultato di una truffa ben ingegnata. Con gli altri editori stiamo coordinando le denunce. Se vi capiterà di raccogliere tasselli e informazioni o appunto di trovare da qualche parte libri nostri o di altri a prezzi bassi, scriveteci (media@lameridiana.it) o chiamateci allo 0803971945. truffa editoriE intanto, ve lo chiediamo con sincerità, ordinate un libro dal nostro sito e aiutateci a coprire il buco. Da situazioni che vicende come questa creano si esce facendo rete e sostenendo chi è stato truffato. Lascio la mia mail (media@lameridiana.it) per chi anche vorrà ricevere l’elenco degli altri editori. Anche loro hanno un buon catalogo e bisogno, come noi, di lettori veri e onesti.

Quando arrivo a casa vedo con Maria Bonaria, ma noi un libro credo proprio che lo compreremo. E dovreste farlo anche voi. Piuttosto…

Disclaimer

Mi sono però chiesto se lasciare nel testo del messaggio il nome dei (presunti?) truffatori, per banali questioni di possibile responsabilità penale (mia) nel riferire accuse di terzi. Un rapido controllo sullo stesso Facebook rivela però una vasta gamma di segnalazioni (alcune sono riportate nelle foto a corredo di questo articolo) e anche una segnalazione sulla stampa sul Messaggero Veneto: mi pare quindi che si possa parlare di un fatto pubblicamente accertato. Sarò comunque lieto di pubblicare smentite da parte della Fondazione Arcobaleno o delle persone coinvolte: lieto soprattutto perché vorrebbe dire che i piccoli editori che sono stati truffati sono stati pagati.

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