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Proverbi e cantautori all’Assemblea di Banca Etica (e altro…)

Questo fine settimana sono stato a Firenze, insieme a un altro migliaio di persone, per l’Assemblea di Banca Etica. Fra tutti gli intervenuti c’era anche una folta delegazione spagnola: l’Assemblea sanciva l’ingresso della “quinta area”, l’area spagnola dopo le quattro italiane, nella compagine sociale.

Il venerdì notte ci siamo visti con gli spagnoli in un locale di Firenze, per un aperitivo che per noi cagliaritani e gli altri italiani è diventato anche la cena, mentre a mezzanotte gli spagnoli erano belli arzilli e pronti a continuare.

A un certo punto, chiacchierando con due coppie simpatiche provenienti da Valladolid, gli ho fatto notare che in spagnolo “grano” si dice trigo e in sardo invece trigu (come faceva Iaccarino in Argentina, funziona sempre). Gli ho anche raccontato che da noi al matrimonio si augura salude e trigu, salute e ricchezza.

In cambio loro, seguendo il filo del ragionamento sulla ricchezza, mi hanno spiegato che per avere grano, cioè essere prosperi, secondo un proverbio spagnolo serve agua, sol y guerra in Sebastopol, perché durante la guerra di Crimea le esportazioni di grano ucraino erano evidentemente bloccate e questo ha fatto la fortuna di altre zone cerearicole europee, come Valladolid. Un proverbio molto ficcante, che mi ha anche fatto pensare come sia strano che invece la guerra di Crimea non abbia lasciato molta impressione nella memoria storica sarda: eppure il Campidano era anch’esso zona cerearicola e diversi sardi furono mandati dal Piemonte a combatterla, quella guerra.

Ma divago: eravamo già piuttosto divertiti quando, non ricordo come, la signora spagnola ci ha citato José Antonio Labordeta, un importante cantautore spagnolo di cui non avevo mai sentito parlare. Importante, mi ha spiegato. Le sue canzoni, di protesta e di lotta, chiudono sempre le manifestazioni.

«De la derecha o de la izquierda?», chiedo nel mio spagnolo zoppicante (Lope de Vega deve essersi sentito piuttosto inquieto, quella sera). In Spagna solo la sinistra fa mai manifestazioni in piazza, mi rispondono sorridendo. E voi cosa cantate alle manifestazioni, chiedono, Bandiera rossa?

Mi trovo un po’ in imbarazzo a spiegare che le scelte recenti del PD non vanno propriamente in quella direzione. Temo già di dovermi addentrare in zoologie ragionate di tacchini e giaguari quando mia moglie mi soccorre: «Alle manifestazioni cantiamo Bella ciao, no?». «Ah già, Bella ciao, conosces?» (Garcia Lorca si unisce a Lope nello scuotere la testa).

Per dir la verità, si, la conoscevano. Su una terrazza di Firenze, fra lo stupore generale di un affollato locale della movida fiorentina, e con l’appprovazione della delegazione spagnola, due cagliaritani e due vallisoletanos si sono cantati tutta Bella ciao nelle rispettive lingue (y si yo caigo en la guerrillaaaaaa…): è stato molto divertente!

Una nota personale

Ugo Biggeri è stato rieletto al CdA della Banca col 90% dei voti, l’Assemblea è stata bella e ci siamo scrollati di dosso, spero, un po’ della tensione causata dalle lettere anonime e annessi e connessi. Poi domani si ricomincia, naturalmente, e non sono mai rose e fiori, ma intanto una cosa è andata.

A parte questo, però, non sono per niente contento del risultato delle elezioni, tanto che sto pensando di dimettermi dall’incarico di Referente dei soci dell’Area Centro (solo da quello, eh, la Banca nel suo complesso non c’entra niente). Ma questa è una cosa che casomai succederà più avanti e, come suol dirsi, è un’altra storia e sarà raccontata un’altra volta; nel frattempo vi lascio con Labordeta, la scoperta dell’altra sera.

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