CoordinateFilmLe narrazioniParaboleRecensioni

Miele

ATTENZIONE: contiene anticipazioni sulla trama. Siete avvisati.

Se in Italia ci fosse giustizia, e un sistema industriale cinematografico adeguato, Jasmine Trinca farebbe un remake locale di Nikita. O interpreterebbe un bel thriller spionistico, una roba di silenzi e parole accennate, di posizioni ambigue e figure che dicono tutto meno che la verità. O si aggirerebbe in un labirinto suburbano di violenze trattenute, di esplosioni e tragedie pronte a scatenarsi dietro l’angolo, in trame difficili da leggere se non per navigati operativi di strada. Come Stefania Rocca ai tempi di Nirvana ha il fisico, la personalità, il modo di bucare lo schermo che la renderebbero perfetta per questi ruoli.

Invece viviamo in un mondo imperfetto e Jasmine Trinca deve fare Miele. Non c’è giustizia a questo mondo.

Intendiamoci: Miele non è male. O almeno: non parte male, con la Trinca che fa Irene, algido angelo della morte che impartisce l’eutanasia a un campionario di famiglie disperate e sopraffatte da sofferenze insisitite, nei confronti delle quali la ragazza, nome di battaglia Miele, si pone con una empatia controllata dall’aderenza a un rigido protocollo, degno, che so?, della NASA.

Il tema è ovviamente controverso, il film potrebbe facilmente diventare carne da cannone a favore dei fautori o degli avversari dell’eutanasia, e per evitare il rischio sceglie di raccontare semplicemente (semplicemente?) la storia di Irene, di non parlare cioè, del tema, ma della storia di una persona. Non è per la verità una soluzione molto originale, – è quella adottata quasi sempre – ma comunque è qui che le cose nella sceneggiatura cominciano ad andare male.

Due terzi del film, dopo l’inizio, sono un cammino già visto mille volte, nel rapporto difficile fra Irene e l’ingegner Grimaldi (Carlo Cecchi), un suo potenziale “paziente” che, manco a dirlo, scuote le sue sicurezze – l’andamento del rapporto fra i due, diffidenza inziale, affetto crescente, non è solo visto mille volte, è reso in maniera tutto sommato banale, così come è banale l’armamentario simbolico affastellato via via per rendere i moti dell’animo di Irene: la sua promiscuita sessuale (c’è una discreta quantità di fan service, oltretutto), le nuotate, la casa sul litorale, il vicino che fa ginnastica sulla spiaggia, il rapporto coi genitori, le canzoni scelte dai morituri come ultimo desiderio…

Alla fine il film arriva dove ci si aspettava, peraltro con un finale colpevolmente aperto: dico “colpevolmente” perché l’impressione è che sia più che un atto di forza degli sceneggiatori, una dichiarazione di resa, per l’incapacità di proporre una chiave di volta che dia il senso a tutta la vicenda. E l’ultima scena è da tagliarsi le vene.

Brava comunque la Trinca, bravo Cecchi, anche se un po’ mestiereggia, la Golino mi sembra tenga in pugno il tutto senza troppe sbavature (forse poteva fare meglio nella direzione degli attori), se non le si vuole rimproverare il gusto per le inquadrature al servizio dell’apparato inutilmente simbolico del film (basti guardare il trailer). Una menzione particolare, in negativo, per l’ambientazione: sembra che il panorama culturale di chi ha fatto il film sia del tutto borghese, per non dire altoborghese: non ci sono mai case, per dire, di famiglie popolari, gli unici ambienti non abbienti sono in Messico, alla fine è davvero un’altra Italia. E anche questo alla fine l’ho trovato irritante.

Facebook Comments

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:

Questo sito usa cookie o permette l'uso di cookie di terze parti per una vasta serie di funzionalità, senza le quali non potrebbe funzionare con altrettanta efficacia. Se prosegui nella navigazione, scorri questa pagina, clicchi sui link presenti nel sito, commenti un contenuto, condividi una pagina o un articolo, scarichi un file, visualizzi un video o utilizzi un'altra funzione presente su questo sito stai probabilmente attivando un cookie e acconsenti quindi implicitamente all'utilizzo di cookie. Per capirne di più o negare il consenso leggi la cookie policy - e le informazioni sulla osservanza della GDPR

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi