CoordinateIl pensieroOpinioniPoliticaTesti

Ceffoni, comunicazione e Rosi Bindi

Della povera Rosi Bindi

Raccontando dell’Argentina mi sono espresso con una certa freddezza su Rosi Bindi.

Ohimé, detto fatto. Spero che il mio articolo non mi associ alla proterva altezzosità di Gessica Rostellato, deputata 5 Stelle (nomen omen). Ma lascio la parola al soggetto in questione, così come si è espressa sul suo profilo Facebook:gessica rostellatoIl profilo della Rostellato è stato (giustamente) sommerso da commenti negativi, tanto che si è scusata:

gessica rostellato bindi 2A casa mia questa è una pezza peggore del buco, perché smaschera definitivamente il quadro concettuale che utilizza la Rostellato, che apparentemente “legge” il Parlamento con gli stessi strumenti che le diciassettenni della mia parrocchia utilizzano per gestire i rapporti reciproci. Con la differenza che le diciassettenni della parrocchia sono… diciassettenni, e oltretutto persone gradevoli da frequentare.

Però non è questo di cui voglio parlare: piuttosto sono stupito di come una persona complessivamente onesta e sobria come Rosi Bindi, con un passato di radicamento sociale, si ritrovi ora a rappresentare par excellence il politico appartenente alla casta, con un processo di etichettatura analogo a quello di D’Alema (che però ci ha messo un ventennio, collaborando oltretutto attivamente a dar ragione ai suoi critici) o, per altri aspetti, della Binetti. Certamente, come per la Binetti, la Bindi paga l’essere cattolica, ma il problema non mi pare riguardi le sue caratteristiche personali, piuttosto la potenza (efficacia) del sistema comunicativo utilizzato per attaccarla.

Dieci lezioni di comunicazione politica da parte di Beppe Grillo…

Sull’argomento il PD cittadino ha promosso un interessante seminario pubblico, al quale mi è molto dispiaciuto non aver potuto partecipare perché avevo l’influenza.

Matteo Lecis Cocco-Ortu ha comunque messo in linea i materiali del seminario, a cui consiglio di dare un’occhiata. In particolare ho trovato veramente interessante l’analisi di Dino Amenduni

di cui consiglio di seguire sia il canale Slideshare che il blog.

Chi di spada ferisce…

Amenduni fa un’analisi dal suo punto di vista, che è quello del consulente della comunicazione politica, ed è apprezzabile che faccia delle azioni di Grillo/Casaleggio una lettura politica, perché di letture moralistiche o emotive ce n’è fin troppe.

Io però, che sono un cittadino comune e ragiono sulla base di quel che mi va e quel che non mi va, dopo il ragionamento sulla macchina comunicativa mi concentro su quel che mi è più vicino, e non posso che notare che la barbarie del discorso politico ha toccato un nuovo livello. Come quando Sgarbi o chi per lui ha cominciato a gridare in TV e poi per dieci anni hanno fatto (quasi) tutti a chi gridava più forte finché il nuovo costume si è affermato, così l’altro giorno sono rimasto molto colpito da questo cartello che girava su Facebook

grillo casaleggioGrafica, linguaggio, argomentazioni sono tipici della macchina comunicativa anti-casta su cui il M5S ha costruito la sua fortuna. Solo che questa volta il bersaglio è invece il Movimento stesso. Il successo dello stile comunicativo sembra indurre gli avversari ad adottarlo. Un esempio analogo è questo articolo su un blog del Fatto Quotidiano, o l’adozione dell’hashtag #M5S+L nei commenti su Twitter all’astensione nel ballottaggio Grasso-Schifani. Un giudizio ancora una volta morale è quello espresso da Francesco Costa

Insomma, che se costruisci un pezzo della tua fortuna politica sul fango e sull’insulto facile – “larve” di qua, “merde” di là, “cancro” a destra, “fallito” a sinistra – poi arriva un giorno che lo “zombie” sei tu.

Concordo abbastanza, anche se naturalmente ogni posizione di questo genere ha in sé il rischio della strumentalizzazione. Preferisco dire che temo che sia stato aperto l’ennesimo vaso di Pandora.

Messages in a bottle

Lo dico per trasparenza: non dico mai per chi voto, ma non ho problemi a dire per chi non voto e non ho votato il M5S. Chi legge il blog immaginerà perché: non amo il gusto del ceffone ben dato come faro dell’azione politica.

Ma seguo in questi giorni le vicende politiche con un certo grado di distacco, e trovo che la parabola, quella che sarà, del M5S è certo uno degli elementi più significativi del presente. Ci sono un paio di articoli interessanti che ho letto in questo periodo. Sono interessanti, non sono affatto sicuro che siano giusti, ma li appunto qui come messaggi in bottiglia: vorrei fra un annetto verificare questo tipo di profezie, o comunque verificare se erano veramente interessanti e pertinenti

Facebook Comments

2 pensieri riguardo “Ceffoni, comunicazione e Rosi Bindi

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:

Questo sito usa cookie o permette l'uso di cookie di terze parti per una vasta serie di funzionalità, senza le quali non potrebbe funzionare con altrettanta efficacia. Se prosegui nella navigazione, scorri questa pagina, clicchi sui link presenti nel sito, commenti un contenuto, condividi una pagina o un articolo, scarichi un file, visualizzi un video o utilizzi un'altra funzione presente su questo sito stai probabilmente attivando un cookie e acconsenti quindi implicitamente all'utilizzo di cookie. Per capirne di più o negare il consenso leggi la cookie policy - e le informazioni sulla osservanza della GDPR

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi