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La colonna sonora della città inquieta

La prossima settimana inizio la revisione del gioco mio e di Andrea Salidu della Jam di quest’anno, con l’intenzione di aggiungere un po’ di nuovi contenuti: il gioco è fatto a capitoli, dopo aver ristrutturato il primo mi spingo fino al secondo, che dovrebbe essere breve, o al terzo.

Non mi dispiacerebbe, mentre scrivo, avere una colonna sonora adeguata (e ampia).

Il gioco è la storia di un uomo malvagio e violento che, dopo vent’anni dall’aver fatto qualcosa di molto brutto, si mette all’opera per rimediare. Il problema che è sempre un malvagio e un violento, e i mezzi a sua disposizione rimangono aberranti.

Presumibilmente non finirà bene, ma questo dipenderà dai giocatori.

Comunque, torniamo alla musica. La colonna sonora che mi serve è prima di tutto per me, per stare nel mood mentre scrivo; in secondo luogo sarà utile per il resto del gruppo creativo per costruire una sensibilità comune per le parti del gioco che ciascuno dovrà aggiungere: la parte visiva, ulteriori pezzi della narrazione, e perfino la musica. Mood collettivo, insomma: non cerco suggerimenti per la colonna sonora del gioco, perché questa sarà originale, parlo proprio di una colona sonora mentre si lavora.

E quindi mi rivolgo ai cortesi lettori del blog e agli amici per suggerimenti musicali. Cerco canzoni che parlano di città e nelle città di violenza, fisica e morale, di irregolari, di attraversamenti dello spazio urbano come se si fosse un branco di lupi, di bande criminali, di consorterie e élite, di whisky bevuto alle prime luci dell’alba in un night credendosi i padroni del mondo, e di precari, non tanto in senso economico quanto di precarietà rispetto alle regole del vivere civile. Criminali, balordi di mezza tacca, gente della notte[1], discotecari, modelline, tossici, avventurieri, biscazzieri, traffichini, mezzani, galoppini, portatori d’acqua… e chi li paga.

Si, c’è un po’ estetica cyberpunk, lo ammetto.

Se dovessi citare un libro che ho in testa mentre scrivo, questo sarebbe Bastogne di Enrico Brizzi, ma non vorrei portarvi del tutto fuori strada. Poso anche dire che sentendo del delitto di Colleferro ho avuto un mezzo mancamento, come quella volta che scrivevo storie d cyberpunk con i guerriglieri baschi e l’ETA ha ricominciato a sparare, ma non vorrei portarvi fuori strada lo stesso.

Forse è più utile citare le tre canzoni che per il momento ho messo in playlist, e che trovo assolutamente in tema anche se in realtà lavorano molto più per assonanza che per descrizione di quello che ho in testa.

La prima, e la più precisa, è Finestre rotte di De Gregori.

Notate che non devono essere canzoni in cui la parte musicale è violenta o aggressiva: in finestre rotte c’è una musichetta swing che contrasta con un testo molto meno rassicurante e il mix è perfetto rispetto ai miei scopi, così come va benissimo che il testo abbia delle parti molto più evocative che descrittive (cosa vorrà dire: «per ogni testa una croce?»). Lo stesso tipo di contrasto sta nella seconda canzone che uso al momento, cioè Carne umana per colazione:

Il terzo pezzo selezionato sinora è del tutto diverso, ed è Trappole di Finardi.

In realtà di Finardi andava bene anche la più vecchia Mayday, ma lì il sottofondo politico oscura un po’ la descrizione dei giovani topi dal ventre della città, che invece era esattamente in tema.

Ok. questo è tutto: chi mi vuole bene può aggiungere i suoi suggerimenti qui sotto.

Qualunque genere musicale, qualunque lingua.

Grazie in anticipo!!

Note

Vi ricordo che secondo Jovanotti nella categoria sono compresi:

baristi, spacciatori, puttane e giornalai,
poliziotti, travestiti gente in cerca di guai,
padroni di locali, spogliarelliste, camionisti,
metronotte, ladri e giornalisti,
fornai e pasticceri, fotomodelle,

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