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Per il pensiero critico

Ho visto l’altro giorno, sulla bacheca di un contatto che non sono più riuscito a ritrovare un grafico, prodotto dalla organizzazione americana senza fine di lucro Global Digital Citizen Foundation, che riassume in maniera interessante una serie di domande che tutti ci dovremmo porre quando tentiamo di decodificare una informazione o una situazione.

Mi è sembrato utile e di larga applicazione e quindi l’ho tradotto, cercando anche di rispettare l’impostazione grafica originale. Ho mantenuto il logo dell’organizzazione creatrice per rispettarne la paternità, ma ovviamente ogni errore nella traduzione è mio.

Per la verità io non sono propriamente della scuola che prevede di porsi queste domande, preferendo il più sbrigativo metodo di Laney, detto altrimenti del trinciare giudizi (e però, Laney ci azzeccava sempre e io spesso), e devo anche ammettere che mi sono fatto un giro sul sito della fondazione ma non ho avuto il tempo di esplorarlo a fondo, contraddicendo così esattamente l’impostazione raccomandata, da perfetto cialtrone di quartiere che tutti voi amate e preferite . In ogni caso, non mi sembra che così si diffonde propaganda neonazista e l’impostazione mi sembra mille volte migliore del decalogo della buona comunicazione che vedo spesso diffondere pedissequamente.

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2 pensieri riguardo “Per il pensiero critico

  • Come ogni schema, offre l’idea che tutte le cose siano semplici anche quando semplici non lo sono affatto – non sempre ragionare per schemi è funzionale.
    Se non altro, sembra ci siano degli spunti per riflettere sul modo di interpretare le cose, e gli spunti sono sempre una cosa buona.

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    • Ah, ma io sono perfettamente d’accordo con te, infatti io cito Laney 😀
      Più che altro mi sembra utile il suggerimento di farsi delle domande prima di agire impulsivamente; magari non tutte quelle, e non in quell’ordine, ma comunque con un atteggiamento critico e inquisitivo. Se lo fai, poi diventa un abito mentale e non hai più bisogno dello schemino.

      Rispondi

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