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Il mondo dei robot

Guardate qui sotto.

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Paura, eh?

Soprattutto perché dalle informazioni che girano in rete questo robot è vero. E la storia è abbastanza interessante. Ci sarebbe un signore giapponese che si chiama Kogoro Kurata, il quale costruisce robot per hobby.

Ora, ricorderete che vi ho parlato di altri dolcissimi folli che hanno la stessa passione. La particolarità di Kurata è che il robot è alto 4 metri, tipo Gundam, e che l’amico ha avuto la brillante idea di trasformare questo suo hobby in qualcosa da condividere con il vasto pubblico. Se anche voi volete possedere un robot come questo e provare l’ebbrezza del pilota di mech da battaglia, dovete solo ordinarglielo (o meglio, ordinarlo alla sua società, la Suidobashi) e lui, per la trascurabile cifretta di 1,3 milioni di dollari, ve lo costruisce: senza accessori, ovviamente (io ho controllato sul sito le possibilità di personalizzazione e sono arrivato a un preventivo di oltre 2,5 milioni: però l’abitacolo del pilota aveva sedili in vero cuoio).

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Sulla storia di Kurata e del suo robot sono state avanzate più e più dubbi in rete. Può darsi, come alcuni sostengono, che si tratti di una qualche astuta forma di pubblicità in rete, ma in realtà tecnologicamente non c’è niente che faccia pensare che si tratti di u progetto impossibile, nemmeno la pretesa di controllarne i movimenti dall’esterno con un iPAd (come si può vedere qui). Il Kurada KR-1 si muove su ruote per questioni di peso, ma sono state già prodotte gambe robotiche che simulano perfettamente il movimento umano, anche dalla Honda (per non parlare dello spaventoso “cane” robotico del Dipartimento della Difesa americano).

La questione non è tanto se si possono creare robot, quanto cosa fargli fare. Per esempio lavori rischiosi in contesti pericolosi per gli umani.

In realtà la questione potrebbe non riguardare neppure la costruzione di robot indipendenti, quanto, nel più puro spirito cyberpunk, la commistione di uomo e macchina, che ha importanti conseguenze, per esempio in campo medico: la BBC riporta la notizia di sperimentazioni che hanno consentito a due donne, entrambe tetraplegiche, di muovere un braccio robotico grazie a sensori impiantati nel cervello (video e immagini qui e qui).

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