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Lungo termine

Mi ha fatto sorridere, l’altro giorno, la notizia che Jimmy Carter, l’ex Presidente degli Stati Uniti, si è presentato a un incontro pubblico con una vistosa benda in testa, causata da una caduta nel bagno di casa.

Onestamente non è che spesso mi capiti di sentir parlare di Carter, oltretutto scomparso dalla grande storia col doppio carico di essere considerato il perdente rispetto al vincente Reagan, di essere stato l’ultimo Democratico prima della grande ondata Repubblicana – e quindi in qualche modo il rappresentante dell’inefficacia della generazione democratica a lui successiva – e, per di più, caduto dalla presidenza in mezzo al disastro dell’operazione iraniana.

Penso che molti si ricordino di lui, tutto sommato, come di un gentiluomo, diciamo, e un vero pacifista, ma un perdente.

D’altra parte è uno strano tipo di perdente quello che, a novantacinque anni e nonostante acciacchi evidenti, se ne va a incontrare in pubblico i volontari che stanno iniziando a costruire le case di uno dei progetti di housing sociale della ONG con la quale collabora storicamente, conduce il culto per le diverse centinaia di volontari presenti e poi si mette al banco da falegname. Anche i dati anagrafici dicono qualcosa che non è proprio da sconfitta: l’ex Presidente degli Stati Uniti che ha vissuto di più nella storia, quello col matrimonio più lungo (73 anni), che ha pubblicato più di trenta libri – perfino di poesia, non oso pensare cosa siano – mantenendosi inoltre sempre fedele a un impegno sociale e politico che non è mai venuto meno, anche se magari non in posizioni di primissimo piano: si può non concordare con tutte le posizioni espresse nel corso degli anni, ma non si può negare che Carter abbia ricoperto con onore – e coerenza con le proprie idee – un ruolo di battitore libero nella politica nazionale e internazionale.

Senz’altro gli è andata meglio di Reagan, nel lungo periodo, ecco.

E mi ronzava in testa il fatto che la riflessione che stavo facendo era abbastanza in linea col Vangelo (Carter è un pastore battista, apprezzerebbe). Ho provato a cercare un testo adatto, ma tutti avevano il difetto di contrapporre i piccoli del Regno dei cieli ai grandi della terra, e non andavano del tutto bene perché Carte, per quanto perdente, non è esattamente un piccolo. Però c’è un versetto di Luca (6,38) che va abbastanza bene:

Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio»

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