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Lasciatemi andare (bad karma)

L’autore del blog intento al lavoro

E insomma, l’altra mattina poco prima del risveglio sognavo. Stavo in un posto piacevole, con persone con cui ridevo e parlavo, ed era tutto molto bello, finché non mi sono reso conto che io sapevo che alcune delle persone con le quali mi stavo intrattenendo erano morte, cioè ero proprio sicuro, e quindi se ci stavo parlando non poteva essere nel mondo reale e quindi magari ero morto anch’io.

E allora mi sembrava che mi dovevo mettere in moto, andare da qualche parte, forse verso qualcosa tipo una porta come in Wraith: The Oblivion o un passaggio qualunque, e all’uscita dal locale o comunque là dove stavo incontravo Elisabetta Arca con delle amiche e gli dicevo: «Scusate, non posso trattenermi, perché stavo parlando con questi e ho capito che loro sono morti, e adesso sento che mi chiamano da qualche parte e devo andare, scusate, lasciatemi andare, perché magari, non lo so, ma probabilmente sono morto anch’io», e glielo dicevo con quel tono di uno che un po’ lo sa e un po’ spera di no e vuole essere rassicurato, come quando ti arriva scritto di andare a ritirare una raccomandata e tu dici: «Ma cosa dici, potrà essere una multa?», e Elisabetta Arca e Beatrice Demontis – che loro però non erano morte, quindi magari io ero proprio un fantasma – allora mi dicevano: «Oh, poverino, vai, vai, vedrai, sarà bellissimo», con il tono di quando devi andare a vedere uno spettacolo e ti dicono, ah, guarda, c’è già andato il cugino di mio cognato, mi ha detto che è fantastico, anch’io volevo fare i biglietti… però dicevano anche poverino che non era molto rassicurante e io a quel punto mi sono svegliato.

E niente, spero che quelli che leggono e credono in cose come il karma, le leggi di Murphy e il fatto che la realtà sia narrativa apprezzino il coraggio ferreo nel raccontare questa cosa, che si sa che poi se la racconti è la volta buona che poi muori e infatti tutti dicono: «Poverino, e pensa che l’aveva sognato proprio pochi giorni prima…».

Agli altri che non ci credono invece si potrebbe rivolgere la domanda: ma questa Divina Commedia, unita magari a una cena non troppo leggera, non mi starà facendo male?

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