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Ringhiano come cani

Quando vado a Roma con Maria Bonaria vado spesso a dormire da Maritti al rione Monti, che già sono bravi di loro e poi trattano i soci di Banca Etica con un occhio di riguardo.

Il rione Monti è un posto fantastico, pieno di cose, di scoperte e di… trattorie. Non tutte le scoperte sono goderecce: proprio dietro l’angolo dell’albergo c’è un portone davanti al quale i sampietrini sono stati sostituiti da delle placche di ottone: ricordano una famiglia di ebrei che venne tratta da quella casa per essere internata nei lager e che non fece più ritorno. Più tardi ho scoperto che queste pietre d’inciampo ci sono in tante città d’Europa, ma le ho viste lì per la prima volta e mi fece molta impressione.

Leggo oggi con sconforto che dei pezzi di merda le hanno portate via, scassando letteralmente la strada: la notizia è riportata da vari organi di informazione, qui l’ANSA.

Viene in soccorso il salmo 58:

Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide.
Quando Saul mandò uomini a sorvegliare la casa e ad ucciderlo
.

Liberami dai nemici, mio Dio,
proteggimi dagli aggressori.
Liberami da chi fa il male,
salvami da chi sparge sangue.
Ecco, insidiano la mia vita,
contro di me si avventano i potenti.
Signore, non c’è colpa in me, non c’è peccato;
senza mia colpa accorrono e si appostano.
Svègliati, vienimi incontro e guarda.
Tu, Signore, Dio degli eserciti, Dio d’Israele,
lèvati a punire tutte le genti;
non avere pietà dei traditori.
Ritornano a sera e ringhiano come cani,
si aggirano per la città.
Ecco, vomitano ingiurie,
le loro labbra sono spade.
Dicono: «Chi ci ascolta?».
Ma tu, Signore, ti ridi di loro,
ti burli di tutte le genti.
A te, mia forza, io mi rivolgo:
sei tu, o Dio, la mia difesa.
La grazia del mio Dio mi viene in aiuto,
Dio mi farà sfidare i miei nemici.
Non ucciderli, perché il mio popolo non dimentichi,
disperdili con la tua potenza e abbattili,
Signore, nostro scudo.
Peccato è la parola delle loro labbra,
cadano nel laccio del loro orgoglio
per le bestemmie e le menzogne che pronunziano.
Annientali nella tua ira,
annientali e più non siano;
e sappiano che Dio domina in Giacobbe,
fino ai confini della terra.
Ritornano a sera e ringhiano come cani,
per la città si aggirano
vagando in cerca di cibo;
latrano, se non possono saziarsi.
Ma io canterò la tua potenza,
al mattino esalterò la tua grazia
perché sei stato mia difesa,
mio rifugio nel giorno del pericolo.
O mia forza, a te voglio cantare,
poiché tu sei, o Dio, la mia difesa,
tu, o mio Dio, sei la mia misericordia.

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