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Fuoco sulla terra

I miei compagni Fabbricastorie in questo periodo mi prendono in giro perché dicono che sono irritabile.

Molto irritabile.

Che sui social qualcuno commenta qualcosa che ho scritto, o scrive qualcosa e io commento, e pensa che la conversazione sia così, un po’ distante e generica: e invece io gli vado al corpo al corpo, entro a gamba tesa e lo prendo a schiaffoni, esattamente come Moretti nella famosa scena con la giornalista:

Un po’ lo nego (nel senso che non mi sembra di fare così con tutti), un po’ ammetto che è vero ma penso che se lo sono meritato e si meriterebbero pure di più, un po’ la cosa mi imbarazza perché ricordo bene l’avviso di Brecht:

Eppure lo sappiamo:
anche l’odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce.

e qui stiamo comunque parlando nemmeno di posizioni direttamente aberranti (di quelle ne poche fra i miei contatti) ma semplicemente errate, o stolte, o vili, o fatalmente ingenue.

E io, poveretti, giù schiaffoni.

Oggi però, riflettendoci dopo l’ennesima strigliata a un insospettabile fiancheggiatore del razzismo, mi è tornato in mente un passo di Luca:

Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!
[…]
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera» (Lc 12,49.51-53)

perché è una delle caratteristiche dei tempi attuali: non solo le posizioni – per esempio sui migranti – tagliano davvero in mezzo dividendo la gente in modi in campi molto definiti, ma lo fanno in modi inaspettati che toccano tutti li ambienti; prendi un gruppo politico qualsiasi, un gruppo di attivisti qualsiasi, un gruppo di conoscenti qualsiasi, e ti rendi conto che i crinali sono tutti in movimento; persone che non avresti mai detto si rischierano nei modi più impensati, qualche volta inaspettatamente in meglio, più spesso in peggio; gente buona si rivela cattiva. gente cattiva si apre alla disponibilità, vecchi nemici si trovano dalla stessa parte, terreni culturali e politici consolidati vengono abbandonati e colonizzati da altri.

Ci sono tanti modi per ragionare su questo, per esempio notare il predominio della politica, che porta con sé la partigianeria esasperata: nel piccolo anche questo blog, che per anni ha fatto i suoi giorni di maggiori visite pubblicando storielle sugli autobus, oggi fa il picco di attenzione se parla di politica, soprattutto se ne parla in modo deciso, e stiamo parlando di un piccolissimo blog personale certo non autorevole, mica del top degli influencer.

Però io credo, e penso che il brano del Vangelo mi sia venuto in mente per quello, che la chiave di lettura sia sul fatto che viviamo tempi apocalittici, non tanto nel senso di disastri ultimi e fini del mondo, ma nel senso di un tempo che è di sconvolgimenti, di crisi e quindi di rivelazioni, compreso ciò che c’è nel cuore delle persone sotto le vaie patine che si sono stratificate.

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